martedì 29 gennaio 2013

MIGLIAIA DI DISSIDENTI IRANIANI RISCHIANO LA VITA NEL DISINTERESSE DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE

di Alddo Forbice

UMANITARIA
Vi racconteremo una storia di cui non troverete alcun riscontro sui giornali,ma anche nelle radio e nelle tv. Ne parlavo solo io a “Zapping” e qualche volta sui quotidiani ,quando riuscivo a convincere i direttori,notoriamente refrattari ai temi sui diritti umani. Tanti direttori,anche autorevoli,sostengono infatti che le violenze sulle donne e i bambini ,le esecuzioni capitali,gli arresti arbitrari e le torture non interessino la gente,che – per utilizzare una loro espressione,forse troppo cinica – “non tirano”,nel senso che i lettori preferiscono occuparsi d’altro. In realtà ,non è così o perlomeno non è più come un tempo perché,per fortuna,nell’ultimo decennio,la sensibilità dell’opinione pubblica sui temi umanitari è cresciuta moltissimo. Lo confermano le straordinarie campagne umanitarie campagne promosse a “Zapping”,con la raccolta di milioni di firme.
Ma parliamo ora del caso del campo di Ashraf ,una cittadina in Iraq costruita da alcune migliaia di cittadini iraniani che, ai tempi di Saddam Hussein,si erano rifugiati in questo paese per sfuggire alle persecuzioni del regime degli ayatollah. Si tratta di una comunità di 3700 uomini,donne e bambini che ,vivevano in assoluta segregazione in questo paese, circondati dall’esercito iracheno che segue rigidamente le direttive del governo di Bagdad ,ormai allineato sulla linea del regime islamico di Teheran. Gli abitanti di Ashaf hanno subito inaudite angherie,soprusi e violenze dei tank iracheni che,periodicamente,senza alcun rispetto per la vita umana, sparavano con cannoni e mitragliatrici contro il campo,provocando molte vittime (decine di morti e centinaia di feriti). I dissidenti iraniani hanno potuto godere,subito dopo l’occupazione militare dell’Iraq da parte della coalizione occidentale,della protezione americana .Ma ,quando l’esercito Usa,ha lasciato l’Iraq anche la protezione è venuta meno: i cittadini iraniani sono rimasti in balia dell’esercito di Maliki,che faceva di tutto per boicottarli,rendendo difficile ogni possibilità di sopravvivenza (non entravano più cibi freschi,i feriti non venivano portati negli ospedali ,chi riusciva a fuggire dal “campo” non aveva più la possibilità di rientrare e così via) .L’obiettivo chiaro : deportare gli iraniani in Iran ,dove il regime di Ahmadinejad li avrebbe torturati e impiccati perché considerati “terroristi” e nemici storici ( in Iran si contano oltre 100 mila vittime della resistenza). Il Consiglio della resistenza iraniana ( che ha sede a Parigi,ed è presieduto dall’attivissima Maryam Rajavi) ha fatto di tutto per salvaguardare la vita di questi uomini e donne,sensibilizzando gli Stati Uniti,l’Ue,le Nazioni Unite e tutte le organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani. Ma i risultati sono stati fin’ora deludenti perchè la comunità internazionale si è sempre disinteressata di questo caso. L’anno scorso ,dopo lunghe trattative (tra l’Onu e il governo iracheno) sembrava che degli spiragli si fossero aperti per salvare la vita di queste migliaia di cittadini. L’accordo prevedeva il trasferimento degli abitanti di Ashraf nel campo Liberty ,dove dovevano risiedere “provvisoriamente”,in attesa di essere definitivamente accolti in una serie di paesi occidentali,possibilmente dove già vi sono comunità iraniane. In realtà ,una volta cacciati da Ashaf i dissidenti si sono trovati a vivere in ambienti malsani (anche privi di acqua e di fognature) ,con difficoltà e ostacoli difficilissimi. Abbandonati dalla comunità internazionale ora migliaia di cittadini temono massacri,senza ricevere alcuna garanzia di poter emigrare in altri paesi dove potersi ricostruire una nuova vita. Ogni giorno partono da Ashaf ( un centinaio di profughi sono rimasti lì) e dal campo Liberty sos ,ma le risposte sono deboli. Il governo iracheno fa di tutto per accontentare le direttive dei falchi di Teheran: vuole cioè continuare a tenere nel lager Liberty i dissidenti, in condizioni disumane, negando persino il diritto di emigrare e persino di vendere tutti i beni ,mobili e immobili di Ashaf. Una tragedia umanitaria,di cui nessuno si occupa. Neppure i media .

Aldo Forbice

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO