sabato 10 novembre 2012

Maryam Rajavi si rivolge al Consiglio di Sicurezza dell’ONU perché fermi le esecuzioni e persegua i leaders del regime iraniano e tutti gli individui responsabili delle torture e delle esecuzioni

Venerdì 09 Novembre 2012 15:22

La macchina di morte della dittatura omicida in Iran sta continuamente perseguitando il popolo iraniano. Giovedi 8 Novembre, il regime teocratico ha impiccato cinque prigionieri nella città di Shiraz. Ieri, sedici prigionieri sono stati impiccati a Tehran, Shiraz, Zarand e Mashhad. Tutte le esecuzioni sono state eseguite con l’approvazione di Khamenei. Quindi, il numero delle esecuzioni in 18 giorni è arrivato a 45 e dall’inizio del 2012 ammontano almeno a 383. L’esecuzione dei prigionieri politici accusati di essere trafficanti di droga è ormai un metodo comune e ben noto utilizzato dal regime teocratico.
Contemporaneamente, la tortura e l’omicidio di prigionieri politici continua. Il 6 Novembre Sattar Beheshti, un prigioniero politico di 35 anni, è stato ucciso sotto tortura otto giorni dopo il suo arresto.
Maryam Rajavi, Presidente eletto della Resistenza Iraniana, si rivolge alla comunità internazionale, in particolare al Consiglio di Sicurezza dell’ONU affinché prenda misure urgenti per fermare il trend crescente delle esecuzioni di massa, i maltrattamenti e la tortura fino alla morte dei prigionieri politici. Maryam Rajavi ha anche richiesto la formazione di un tribunale internazionale per perseguire i leaders del regime teocratico e tutti gli individui responsabili delle esecuzioni e delle torture di questo regime medievale. Individui che hanno partecipato alle esecuzioni e al massacro di 120.000 prigionieri politici e alla persecuzione dei dissidenti dentro e fuori il paese sin dall’inizio del governo di questo regime teocratico.
Ha aggiunto: “Il silenzio e l’immobilismo di fronte al curriculum criminale del regime iraniano, che costituisce un chiaro caso di crimine contro l’umanità, equivale a calpestare i valori universali sui quali le Nazioni Unite sono fondate.”
Nel sottolineare che l’obbiettivo del regime teocratico è quello di creare, mediante queste esecuzioni criminali, un’atmosfera di paura e terrore e di impedire l’esplosione dello sdegno popolare, Maryam Rajavi si è rivolta al popolo iraniano, in particolare ai giovani, perché protestino contro queste esecuzioni brutali ed aiutino le famiglie delle vittime in modo da essere all’altezza della loro responsabilità nazionale e umanitaria.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
8 Novembre 2012

 
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