sabato 27 ottobre 2012

A due dissidenti iraniani il premio Sacharov per la difesa dei diritti umani

» 27/10/2012 09:52
IRAN - EU

Nasrin Sotoudeh è un avvocato che ha difeso attivisti dell'opposizione. Condannata a sei anni di prigione, le è impedito di vedere suo marito e i suoi figli. L'altro premiato è Jafar Panahi, regista, noto per i suoi film sulla vita in Iran. Dal 2010 è agli arresti domiciliari e gli è vietato girare film.


Strasburgo (AsiaNews/Agenzie) - Sono due dissidenti iraniani - Nasrin Sotoudeh e Jafar Panahi - i vincitori del premio Sacharov che l'Unione europea dal 1988 assegna ogni anno a chi si spende per la difesa dei diritti umani. I due attivisti divideranno il premio di 50mila euro che accompagna il riconoscimento.
Nasrin Sotoudeh è un avvocato che ha difeso attivisti dell'opposizione e difensori dei diritti umani, tra i quali Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace nel 2003. Arrestata nel 2010 con l'accusa di propaganda e cospirazione contro lo Stato, sta scontando una pena di sei anni nel tristemente noto carcere di Evin. Recentemente ha proclamato uno sciopero della fame per protestare contro le vessazioni alle quali sono sottoposti suo marito e i suoi due figli.
"So - ha scritto in una lettera ai suoi figli - che avete bisogno di acqua, cibo, casa, amore dei vostri cari e di visitare vostra madre". Quest'ultima frase fa riferimento al divieto di ricevere visite anche familiari che le è stato imposto in seguito al suo rifiuto di indossare il chador.
L'altro premiato è Jafar Panahi, regista, noto per i suoi film sulla vita in Iran, dove sono vietati. Il suo documentario "This is Not a Film" è stato contrabbandato nel suo Paese in una chiavetta Usb nascosta in un dolce.
Dal 2010 è agli arresti domiciliari e gli è vietato girare film.
Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, ha dichiarato che il premio, assegnato all'unanimità, "è un messaggio di solidarietà e di riconoscimento per un una donna e un uomo che non sono stati piegati dalla paura e dalle intimidazioni e che hanno deciso di porre la sorte del loro Paese prima della loro".

 
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