venerdì 15 ottobre 2010

Iran, l'ex avvocato di Sakineh: ''Voglio vedere il Papa, mi aiuti sui diritti umani''


Un manifesto per Sakineh
Bruxelles - (Adnkronos/Aki) - Il messaggio lanciato da Mohammad Mostafaei attraverso Aki-Adnkronos International: ''Ue e Italia intervengano con tutti i mezzi a disposizione''. "In manette il figlio e l'avvocato di Sakineh". Angelilli al Parlamento europeo legge la lettera dei figli ad AKI . I figli: ''Asilo in Italia''. Il procuratore: "Sarà impiccata''. Bardem, Totti e Rosella Sensi aderiscono all'appello di Aki. Fiori dai municipi di Roma
Bruxelles, 14 ott. (Adnkronos/Aki) - "Vorrei incontrare il Papa, sua santità Benedetto XVI, per poter parlare con lui della situazione dei diritti umani in Iran e in altri paesi, e promuovere il loro rispetto e la pace nel mondo". E' il messaggio lanciato attraverso AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL dall'ex avvocato di Sakineh Ashtiani, la donna iraniana condannata a morte, e attivista per i diritti umani Mohammad Mostafaei, oggi a Bruxelles per partecipare a un dibattito al Parlamento europeo.


La situazione di Sakineh, ha rassicurato il legale, sarebbe "migliore" grazie alla campagna internazionale lanciata per aiutarla. "Il Papa potrebbe chiedere un ruolo più sostanziale dei diritti umani nel mondo e della pace, a cui il rispetto di questi è legata - ha affermato Mostafaei - Sarei quindi interessato ad incontrare personalmente Sua santità Benedetto XVI per parlargli di questo, ci sono infatti molte persone nel mondo che lo sostengono e lo ascoltano, e il suo messaggio sarebbe sicuramente ascoltato".


La situazione in Iran, infatti, è sempre più grave, e per l'avvocato la questione della minaccia nucleare iraniana è legata a quella dei diritti umani. "I diritti umani sono più importanti rispetto alla questione nucleare, perché se un paese che calpesta così i diritti della propria popolazione significa che non ha rispetto neanche per nessuna altro paese al mondo e che è quindi capace di commettere crimini contro l'umanità", ha ammonito l'ex avvocato di Sakineh.


"E' poi importante che l'Unione europea e l'Italia intervengano attivamente sulla questione iraniana con tutti gli strumenti e i mezzi di cui dispongono", ha detto da Bruxelles Mostafaei. In particolare, "l'Ue dovrebbe mettere un embargo sugli individui specifici , sulle personalità iraniane di spicco perché non possano spostarsi liberamente nei paesi democratici così come ha già fatto il presidente degli Stati Uniti Barak Obama, e l'Italia dovrebbe fare agire in modo simile", ha continuato l'attivista per i diritti umani iraniano ora rifugiato in Norvegia.


Infatti "dalla situazione generale in Iran dipende anche la sorte di Sakineh, dei suoi figli, del suo avvocato e di tutte le altre persone vittime" del regime che si trovano in carcere, ha avvertito l'ex avvocato, sottolineando però che la loro liberazione "ora come ora mi sembra difficile vista la situazione". Mostafaei ha quindi confermato che il figlio di Sakineh Sajjad, il suo avvocato e i due giornalisti tedeschi "sono stati arrestati, i telefoni cellulari sequestrati e anche le telecamere, ma non sappiamo dove sono esattamente". L'accusa, secondo l'ex avvocato di Sakineh, sarebbe quella di "collusione e legami con il partito comunista, ma la situazione non è per niente chiara", ha ammesso l'uomo a Bruxelles, aggiungendo che "si tratta probabimente di un lavoro svolto dall'intelligence iraniana".


Mostafaei non esclude che i quattro arrestati siano presto "obbligati a confessare sotto tortura e davanti alle telecamere", estorcendo loro false dichiarazioni come è già avvenuto per Sakineh. Sakineh, però, per il suo ex avvocato, "si trova ora in una posizione più sicura e in buone condizioni grazie al sostegno internazionale e alle campagne lanciate per salvarla". Secondo le informazioni di cui è in possesso Mostafaei, per ora la sentenza di esecuzione capitale è tuttora "sospesa" e "non sono state prese altre decisioni" in merito.

 
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