mercoledì 8 settembre 2010

IRAN Sakineh, sospesa la sentenza "Caso sottoposto a revisione"


Dopo settimane di mobilitazione internazionale, il ministero degli Esteri di Teheran annuncia il blocco della condanna per la donna accusata di adulterio. In suo favore anche i premi Nobel e una risoluzione dell'Europarlamento. I deputati iraniani accusano Italia e Francia di interferenze

STRASBURGO - La sentenza di lapidazione per Sakineh è stata sospesa, lo ha annunciato il il ministero degli Esteri iraniano. E' il primo risultato della grande mobilitazione internazionale contro la condanna a morte per la donna accusata di adulterio. "Il verdetto riguardo la vicenda di tradimento extraconiugale è stata bloccata ed' è stata sottoposta a revisione" ha detto il ministro Ramin Mehmanparast in un'intervista a una Tv locale.

Il Parlamento iraniano attacca Italia e Francia. Non scende intanto la tensione tra Iran e occidente sul caso della donna condannata alla lapidazione. II Parlamento iraniano accusa Italia e Francia di indebita interferenza. "Le posizioni di Francia e Italia sono esempi perfetti di interferenza negli affari interni e nel sistema giudiziario iraniano. Simili interventi sono illegittimi e pura propaganda contro la Repubblica islamica", ha detto all'Irna Zohreh Elahian, autorevole esponente della commissione Affari Esteri e Sicurezza Nazionale del Majilis. Lo riferisce il sito in inglese del canale televisivo iraniano di Stato.

L'Europarlamento contro l'Iran. Prima dell'annuncio di Teheran, il Parlamento europeo riunito in seduta plenaria a Strasburgo aveva approvato una risoluzione sul caso di Sakineh: con 658 voti favorevoli, uno contrario e 22 astenuti, l'Europarlamento si era espresso in generale sul rispetto dei diritti umani nella Repubblica islamica.

La risoluzione è stata un'iniziativa di tutti i gruppi politici rappresentati all'Europarlamento, dove molti deputati si sono presentati indossando una maglietta bianca raffigurante il volto di Sakineh. Il testo, articolato in 21 punti, tocca anche i casi di Zahra Bahrami, cittadina olandese imprigionata dal regime di Teheran, e del diciottenne Ebrahim Hamidi, condannato a morte per sodomia.

La risoluzione, si legge, "condanna fortemente la sentenza di morte per lapidazione di Sanikeh e ribadisce che, indipendentemente dai fatti, una condanna a morte per lapidazione non può mai essere accettata o giustificata". Per questa ragione, il Parlamento europeo rivolge un appello alle autorità iraniane perché rinuncino a eseguire la condanna, "avviando una revisione del caso".

Su Zahra Bahrami, la donna con cittadinanza iraniana e olandese arrestata a Teheran nel dicembre scorso, con l'accusa di aver agito contro la sicurezza nazionale, gli europarlamentari chiedono che "sia immediatamente garantito l'accesso di un avvocato e assistenza consolare, che la donna sia rilasciata o che sia garantito un regolare processo e che l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea Catherine Ashton sollevi il caso con le autorità iraniane". Dopo aver espresso "grave costernazione" per il fatto che l'Iran sia uno dei pochi Paesi al mondo dove ancora esiste la pratica "crudele e disumana" della lapidazione, i deputati europei chiedono a Teheran anche di bloccare l'esecuzione del 18enne Ebrahim Hamidi, accusato di sodomia

 
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