domenica 29 agosto 2010

SAKINEH La lettera di Isabelle Adjani


Nella foto: Isabelle Adjani

Sakineh,
il tuo nome batte nel mio cuore, e il mio cuore batte mentre ti scrivo. Il tuo nome è su tutte le labbra e sarà mormorato fino a spaccare i timpani di quei giudici che rimangono sordi ai gemiti delle donne di cui tu sei l'irriducibile figura di libertà. Tu sei la vera donna, crudelmente ricca di una possibilità inedita: quella di rivestire di carne un senso della giustizia che dà al mondo intero un brivido di rivolta; quella che le strapperebbe la pelle, se noi non fossimo capaci di vincere l'oscurantismo deliberato di uomini resi furiosi dalla potenza della tua esistenza.

Chi ti scrive non è che un'attrice francese la cui vocazione artistica è quella di tentare di impersonare, il più umanamente possibile, i travagli e i tormenti di eroine spesso tragiche. Null'altro che l'infimo prolungamento del "frammento del nostro destino di donne" che tu rappresenti, e del tuo rifiuto di quel "saper morire" imposto da chi ossessivamente, in nome di un'ignoranza criminale, vuole liquidare la magnificenza della tua dignità. La loro rabbia sconfina nella follia alla sola idea dell'amore - sì, dell'amore che c'è nella tua libertà. Mi congedo da te, cara Sakineh, da te che non ci lasci mai.

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO