giovedì 26 agosto 2010

L'APPELLO 50mila firme raccolte per Sakineh Frattini: "Considerino la clemenza"



Successo per l'iniziativa di Repubblica.it.

La Farnesina: "L'Italia incoraggia Teheran ad abbandonare pene crudeli e degradanti, incompatibili con la dichiarazione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite del 1975, approvata dallo stesso Iran".
Tra i nuovi aderenti anche il sindaco di Bruxelles, Freddy Thielemans
Sakineh Mohammadi Ashtiani

ROMA - Il caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani, condannata a morte per lapidazione da un tribunale iraniano, ha appassionato i lettori di Repubblica.it facendo raccogliere al giornale 50mila firme in quattro giorni. "Il nostro appello a favore di Sakineh, che sta per essere diffuso in tutto il mondo - ha detto Daniel Salvatore Schiffer, il filosofo che ha promosso con altri studiosi francesi l'iniziativa alla quale ha aderito anche Repubblica.it - è stato pubblicato integralmente anche sul sito del Nouvel Observateur (dopo la pubblicazione su Le Monde, Le Soir, La Libre Belgique e Tageblatt)". All'appello hanno risposto, tra gli altri, lo scrittore Marc Bressant, il filosofo Luc Ferry, lo scrittore Viviane Forrester, lo storico Max Gallo, lo scrittore Marek Halter, lo scrittore Alexandre Jardin, la psicanalista Julia Kristeva, il ministro della Cultura Fadila Laanan, il deputato federale Karine Lalieux, il sociologo Edgar Morin, lo scrittore Gilles Perrault, lo storico Michelle Perrot, lo scrittore Nicolas Rey, lo storico Elisabeth Roudinesco, il filosofo Daniel Salvatore Schiffer, il filosofo Michel Serres, lo scrittore Gilbert Sinoué, il sociologo Alain Touraine, il sociologo Michel Wieviorka. Tra i firmatari, in Belgio, si è aggiunto anche il sindaco di Bruxelles, Freddy Thielemans.

Per la salvezza di Sakineh è stata aperta in Francia un'altra sottoscrizione promossa dal filosofo Bernard-Henri Levy alla quale hanno risposto, tra gli altri, gli ex presidenti Jacques Chirac e Valery Giscard d'Estaing.

La Farnesina sta seguendo da vicino la vicenda e il ministro degli esteri Franco Frattini se ne sta occupando personalmente. Informato della temporanea sospensione della sentenza, ha dato istruzioni di mantenere uno stretto raccordo bilaterale con le autorità iraniane "affinché esse possano considerare un atto di clemenza in questo specifico caso".

"Pur nel pieno rispetto della sovranità iraniana - ha fatto sapere il ministro - l'Italia non ha mancato di esprimere la più viva preoccupazione per il numero di esecuzioni capitali che ogni anno hanno luogo in Iran in molti casi anche contro minorenni. Anche in sede europea l'Italia ha fatto sentire la propria voce nell'elaborazione delle misure che a livello dell'UE sono state concordate per rappresentare al governo iraniano l'aspettativa per il rispetto del diritto alla vita in relazione al caso della signora Ashtiani ed altri casi simili come quelli di Maryam Ghorbanzadeh, Kobra Babbei e Azar Bagheri".

L'Italia, che come noto da anni è impegnata nel portare avanti alle Nazioni Unite iniziative per la moratoria e, in prospettiva, l'abolizione della pena di morte, ha sin dall'inizio sostenuto, nelle diverse sedi internazionali, l'opportunità di inserire nell'agenda politica complessiva con Teheran anche il tema dei diritti umani. "Non in chiave inquisitoria - ha precisato Frattini - ma per poter sviluppare un dialogo basato il più possibile sulla piena fiducia ed il rispetto reciproci".

"Il nostro paese incoraggia dunque Teheran a far cadere in definitiva desuetudine pene crudeli e degradanti, che appaiono incompatibili con la dichiarazione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite del 1975, approvata dallo stesso Iran, che condanna ogni forma di tortura e punizione inumana. In questo spirito l'Italia è intervenuta, oltre che bilateralmente con i rappresentanti del governo iraniano, anche presso le nazioni unite a Ginevra".

 
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