domenica 18 aprile 2010

Gates: gli Stati Uniti non hanno una strategia efficace sull'Iran


Analisi
Il presidente Berlusconi:" bisogna sostenere l'opposizione iraniana"

Davood Karimi: l'unica strategia efficace nella lotta al fondamentalismo terroristico iraniano passa inevitabilmente, piaccia o no piaccia ai vertici della Casa Bianca, passa attraverso il sostegno attivo a favore del popolo iraniano che durante le contestazioni post-elettorali ha riversato nelle strade iraniane tutto il suo odio e sdegno verso la totalità del regime teocratico dei mullah. Non bisogna dimenticare che il protagonista principale e fondamentale di questa scacchiera di violenza e di terrorismo è il regime di Teheran per cui chi vuole combattere il terrorismo internazionale deve per forza puntare le sue forze verso la casa madre che si trova a Teheran. Con la guerra? Con i bombardamenti mirati ai siti nucleari? Con altrettanto terrorismo? Con la politica fallimentare del dialogo costruttivo? Con i pacchi incentivi? Con la famosa politica del bastone e della carota( bastone sulla testa del popolo e carota in bocca ai mullah!)? La risposta si sintetizza nelle preziose affermazioni del presidente Berlusconi che maestosamente e coraggiosamente ha dichiarato di recente che " bisogna sostenere il popolo e l'opposizione iraniana". Si infatti qualsiasi altro tentativo sarà disastroso e fallimentare e scatenerà in larga scala un terrorismo feroce e senza confini che paralizzerà l'intero mondo occidentale con le gravi conseguenze sulla economia mondiale e sugli equilibri internazionali. Invece se il mondo occidentale si schiera a fianco del popolo iraniano in modo civile e saggio il risultato sarà di ottima qualità e sicurezza. Il popolo iraniano ha dimostrato anche di recente è disposto a scendere in piazza e sostenere questa ennesimo esame di maturità sociale e politica con con ottimi risultati prefissati: ripulire la società e il territorio iraniano da qualsiasi traccia nociva e maligna del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista regalando all'Iran il meritevole ruolo di un paese civile e assicurando allo stesso tempo la sicurezza all'intero mondo.
Ringrazio il presidente Berlusconi per la sua lungimiranza e intelligenza politica.
Spero di poter ospitarlo in un Iran Libero e democratico ancora da premier italiano.
Davood Karimi


ILSOLE24ORE.COM


di Roberta Miraglia

Gates: «Lontano l'accordo con l'Iran sul nucleare»
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Memorandum riservato del segretario alla Difesa
sui pericoli del programma nucleare di Teheran
Gli Stati Uniti non hanno una strategia di lungo termine efficace per affrontare la sfida nucleare dell'Iran. Lo sostiene il segretario alla Difesa Robert Gates, in un memorandum riservato inviato alla Casa Bianca a gennaio. Il New York Times ha parzialmente rivelato il contenuto del memo che svela un'inedita e forte divisione tra la Difesa a la presidenza ed è stato spedito, tre mesi fa, mentre si intensificavano gli sforzi dell'intelligence per sviluppare nuove opzioni da mettere sul tavolo di Barack Obama. Tra esse ci sarebbero una serie di alternative militari qualora l'attività diplomatica e le sanzioni non riuscissero a convincere Teheran ad abbandonare il suo programma nucleare. Si tratta, ha detto al quotidiano newyorchese un funzionario del Pentagono, di una sorta di campanello d'allarme suonato da Gates.
La Casa Bianca non ha voluto commentare il rapporto ma ha difeso il comportamento dei vertici della sicurezza: «Il fatto che non annunciamo pubblicamente la nostra intera strategia non significa che non ne abbiamo una», ha dichiarato il generale James Jones, consigliere del presidente sulla sicurezza nazionale e destinatario del memo. Le preoccupazioni del segretario alla Difesa riguardano uno sviluppo finora poco considerato dall'amministrazione americana. Mahmoud Ahmadinejad potrebbe sviluppare il combustibile atomico, i detonatori e tutte le componenti per creare una bomba ma fermarsi un attimo prima dell'assemblaggio.
In questo modo l'Iran rimarrebbe all'interno del Trattato di non proliferazione nucleare ma entrerebbe nel novero degli stati atomici virtuali. Il problema, secondo Gates, è capire a che punto fermare Teheran. Il pericolo, infatti, deriva anche dal solo sviluppo di una «capacità nucleare» non solo dal possesso effettivo di ordigni. E l'intelligence, sempre secondo il segretario alla Difesa, potrebbe non accorgersi che l'ultimo passo- l'assemblaggio - è stato compiuto dal regime degli ayatollah. Proprio oggi, domenica, a Teheran si sono tenute le tradizionali sfilate per festeggiare le forze armate e Mahmoud Ahmadinejad ha detto che il paese ha la forza bellica per respingere eventuali attacchi dell'occidente.

 
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