sabato 6 marzo 2010

Sale tensione fra Italia e Iran su caso traffico armi-punto

COMUNICATO STAMPA NUMERO 2 SULL'ARRESTO DEI TERRORISTI IRANIANI IN ITALIA
Ancora una volta vorrei ribadire la nostra netta posizione riguardo al recente arresto di uno degli agenti dei servizi segreti del regime fondamentalista dei mullah che sotto la copertura della professione del "giornalista" portava avanti la politica del terrorismo iraniano in Europa. Come ho già specificato in precedente comunicato la comunità iraniana ha accolto con grande entusiasmo il lavoro svolto dalla magistratura e dalle forze dell'ordine in campo della lotta al terrorismo e contro coloro che trasgredivano le sanzioni dell'Onu imposte al regime di Ahmadinejad. Secondo le informazioni in mio possesso la maggior parte delle armi sequestrate venivano usate in Iraq e in Afghanistan contro le forze stranieri dislocate per il mantenimento della pace e dell'ordine in questi paesi. E' doveroso ritenere che questa ammirabile operazione va anche considerato e apprezzato nell'ambito della salvaguardia della sicurezza dei soldati e delle forze militari italiane in Afghanistan e in altre parti del mondo. A nome dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia e di altre associazioni del mondo della dissidenza iraniana esprimo la piena solidarietà al governo italiano, al suo premier Berlusconi, al suo ministro degli esteri Franco Frattini e a tutti coloro che hanno lavorato freneticamente per scoprire questo giro terroristico iraniano. E alla fine chiedo alla magistratura italiana di non lasciarsi intimorire dalle minacce del regime iraniano e di proseguire sulla linea della fermezza e della determinazione.
Davood Karimi, presidente dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia





20:50 - ESTERI- 05 MAR 2010



Iran convoca ambasciatore; Frattini: "Reazione scomposta"

Roma, 5 mar. (Apcom) - La tensione fra Italia e Iran è salita fino a sfiorare la crisi diplomatica oggi dopo la convocazione dell'ambasciatore italiano a Teheran Alberto Bradanini da parte del ministero degli Esteri iraniano in merito alla vicenda di un presunto traffico d'armi proibito per cui sono stati arrestati due iraniani e cinque italiani. "L'ambasciatore d'Italia è stato convocato giovedì sera al ministero degli Affari esteri per spiegarsi sulle ragioni di questi arresti", ha indicato il portavoce della diplomazia iraniana, Ramin Mehmanparast, citato da diverse agenzie stampa locali. "Le informazioni pubblicate a riguardo mostrano un nuovo gioco destinato a creare digressioni ed ambiguità". Dura la reazione del ministro degli Esteri italiano Franco Frattini: "E' una reazione iraniana scomposta" ha detto da Cordoba, parlando ai giornalisti in dichiarazioni raccolte dal Tg1. "Respingo con fermezza qualunque insinuazione iraniana sull'uso strumentale dei recenti arresti da parte della Magistratura italiana", ha affermato Frattini in una nota,. In cui ha ribadito che "l'Italia si fonda sulle regole e sui principi dello Stato di diritto, in base ai quali la Magistratura è indipendente dal Potere Esecutivo. I due arrestati - altri due mandati d'arresto sono stati spiccati nei confronti di iraniani attualmente in Iran - sono Neyad Hamid Masoumi, 51enne residente a Roma e ufficialmente giornalista accreditato alla stampa estera, e Ali Damirchiloo, 55enne residente a Torino: sono sospettati di traffico d'armi a destinazione Iran, in violazione all'embargo internazionale, assieme a 5 italiani fra cui due ex dipendenti della Beretta. Il traffico sarebbe in corso dal 2007, basato su un "sistema triangolare" che coinvolge anche altri paesi europei, come la Germania, la Gran Bretagna, la Svizzera e la Romania.

 
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