lunedì 28 settembre 2009

UN'ALTRA PROVA DEL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEL DIALOGO-MONOLOGO TRA OCCIDENTE E IL REGIME DEI MULLAH

La recente rivolta pos- elettorale ha portato alla conoscenza dell'opinione pubblica internazionale un fatto estremamente di vitale importanza con due aspetti fondamentali: il primo è stato la dimostrazione dell'illegittimita del governo di Ahmadineja e di conseguenza del regime dei mullah basato sul sistema del Velayate Faghih e il secondo che si è tradotto nella ferrea volonta dell'intera popolazione nel cambio totale del sistema vigente e la sua totale sostituzione con una istituzione democratica, libera, laica, pluralista e anni luce lontano e diviso da qualsiasi religione. Naturalmente la gente ha dei motivi assai giustificati per dire una volta per sempre "non alla religione nello stato" e dire si ad un Iran in cui donne e uomini hanno pari diritti e doveri, nè una virgola in più e nè una virgola in meno. Premesso ciò vorrei dire L'Iran soffrendo una gravissima situazzione interna, in aggiunta alla peggior crisi internazionale in materia di non i sacrosanti "DIRITTI UMANI", ma della sua "BOMBA ATOMICA", è stato costretto, nonostante la sbiadita politca di pressione internazionale, a dimostrare nuovamente i denti e i muscoli. Dal momento che per esperienza, il regime dei mullah sa che più dimostra i muscoli e più fomenta il terrorismo contro i soldati stranieri in Afghansitan e in Iraq più viene premiato con le "mani tese" e " PACCHI INCENTIVI" anche questa volta ha iniziato a correre per primo onde prima possibile al traguardo atomico. Ma dal momento che oltre alla sporca politica di accondiscendnza con il regime, esiste, per fortuna, anche il popolo iraniano e i "MOJAHEDIN DEL POPOLO", il regime dei mullah si è inciampato nella letame più assoluta con cui aveva costruito una barriera protettiva attorno al suo progetto atomico islamico.
La resistenza iraniana anche questa volta incastrato il regime dei mullah con un colpo fulminea portando alla conoscenza del mondo la diabolica progettazione dei detonatori esplosivi necessari allo scoppio della bomba atomica. In più la resistenza ha smascherato i dati e i numeri di un importante sito in cui segretamente il regime dei mullah portava avanti il completamento della bomba atomica islamica.
La rivelazione dei nuovi documenti e siti segreti da parte dei Mojahedin del Popolo di cui ha parlato anche On. Fiamma Nirenstein nel suo prezioso articolo pubblicato su Il Giornale di ieri, è stato un colpo duro anche alla politica del "YES WE CAN"! che crede di poter dialogare con un mostro che di fronte agli occhi sbalorditi di milioni e milioni di gente, e in pieno giorno, si è scagliato violentemente contro il grande simbolo del capitalismo americano registrando per sempre la data del 11 settembre come uno dei tristi giorni che diventano eterni per la crudeltà che li distingue.
Allora la domanda essenziale e fondamentale che nasce da questo quadro politico è scontato. Che cosa bisogna fare? E che cosa non bisogna fare? Con chi bisogna dialogare? Quali interlocutori bisogna scegliere? E chi è il vero portagonista di questa scacchiera? Per rispondere a queste domande bisogna aprire gli occhi e rispondere a questo altro quesito. Nel caso della vittoria del fondamentalismo islamico dei mulla chi è il vero perdente del gioco? La risposta è scontatissima. In primiss il popolo iraniano e poi l'intera popolazione mondiale. Allora una volta indovinata la risposta si può facilmente rispondere alle altre domande. Per esempio esiste la possibilita di dialogare con un regime che da una parte spara ferocemente sulla sua popolazione "in pacifica protesta per reclamare il rispetto del loro voto espresso a favore di uno o due candidati di questo regime"? Esiste la possibilita di mettersi al tavolo di negoziato con chi spara sui tuoi soldati in Afghanista e in Iraq e in altre parti del mondo? Esiste la possibilita di convivere con un regime che stanzia miliardi e miliardi di dollari per finanziare il terrorismo islamico internazionale riducendo la sua stessa popolazione alla fame e alla prostituzione?
Queste sono domande essenziali che ogni donna e uomo libero e democratico del occidente deve rispondere prima di fare qualsiasi passo nei confronti del regime iraniano. Per esempio è possibile parlare con un regime che poche settimane e pochi giorni prima delle importantissime riunioni internazionali,che mirano a facilitargli anche la sua esistenza maligna e cancerosa, lancia dei missili di media a lungo raggio minacciando dalla stessa tribuna dell'ONU l'eliminazione di questo e di quel paese?
Io sottolineo che ci vuole poco per capire con che mostro abbiamo a che fare. L'esperienza di trentanni ci ha dimostrato che più dimostraiamo debbolezze più siamo esposti alle bombe e al terrorismo iraniano. E di più spingiamo anche il mondo intero verso una catastrofica guerra che inevitabilmente verrà scatenato prima o dopo a causa della maledetta bomba atomica islamica anche perchè in questo mondo prima o poi si troverà qualcuno che deciderà di reagire a questa grave e pericolosa minaccia. Quel giorno sarà un cattivo inizio per il popolo iraniano e per tutti gli altri popoli della regione.
Tornando alla rivolta recente devo sottolineare che al riguardo la gente ha in diverse occasioni gridato a gran voce che il nostro "fondamnetale diritto" è quello che si traduce in liberta e in democrazia e non in "bomba atomica"! Se oggi la resistenza iraniana denuncia, al prezzo del sacrificio della vita dei suoi componenti, la diabolica bomba atomica islamica bisogna cercare la ragione nella convinzione assoluta del popolo iraniano che rifiuta fortemente l'idela della bomba atomica e rifiuta qualsiasi tentativo in tal direzione. La resistenza iraniana è convinta che l'ideologia del fondamentalismo islamica è mille volte peggiore della bomba atomica e denunciandolo parallelamente dà un grande contributo al mondo intero e dimostra una grande e indimenticabile maturità e responsabilità politica nei confronti del mondo stesso. Anche perchè il tifone del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista non conosce nè limiti e nè confini e nè regolamenti internazionali. E' convinta di rappresentare il padr eterno e riconosce in se stesso il dovere e la responsabilità di portare sulle spalle degli innocenti!!! il peso dell'ambizione fondamentalista e pericolosa per la ricostruzione dell'impero islamico regionale. Naturalmente il popolo iraniano sa di questo pericolo e sa anche il fatto che se vuole commissionare all'occidente la responsabilità di fermare il mostro atomico prima o poi finirà sotto la schiacciante peso di una violentissima e sanguinosa guerra mondiale, per cui intelligentemente è scesa in piazza e a gran voce ha gridato "Morte al dittatore, morte a Khamenei e Ahmadineja" e alla fine, di fronte agli slogan lanciati dal regime dei mullah che incitavano la gente a lanciare lo slogaan "morte all'America, all'Israele e ai Mojahedin del Popolo", ha risposto al prezzo del sangue dei suoi numerosi NEDA " MORTE ALLA RUSSIA", " Morte a khamenei e morte al dittatore". Uno slogan che deve far riflettere sia la Russia che l'America. Naturalmente qui devo ribadire ancora una volta, a nome del mio popolo, che nonostante delle maligne voci diffus abilmente dai servizi di intelligence iraniani con il contributo ben pagato dei giornalisti compiacenti iraniani ed stranieri a favore del regime , devo insistere e ripetere che nel caso dello scoppio di una qualsiasi guerra tra il regime dei mullah e la comunità internazionale, il grande popolo iraniano alzera la bandiera gloriosa della sua bellissma NEDA che è diventata anche il suo legittimo simbolo della resistenza e scenderà in piazza con tutte le sue forze di cui è in possesso e spazzerà nella pattumiera della storia dell'umanità il peggior regime che l'umanità stessa abbia mai visto sulla terra! Qualche giorno fa ho sentito che una giornalista italiana diceva alla radio che "non si può paragonare Ahmadinejad ad Hitler anche perchè lui non ha ancora ucciso milioni di persone"!!! Da noi si dice l'unica risposta degna degli ignoranti è il silenzio! Rispetto e condivido questa saggezza persiana anche perchè nelle mie vene corre lo stesso sangue di chi saggiamente ha scritto questi indimenticabili termini che in ogni momento ed epoca della storia dell'umanità rispecchiano delle reali situazioni che richiedono una certa attenzione e meditazione.
Concludo e ribadisco che ancora siamo in tempo per evitare una vera catastrofe umana e per riconoscere ad un popolo il suo legittimo diritto di sedersi al centro del tavolo del negoziato. Anche perchè il vero protagonista di domani è il popolo iraniano e non i paesi stranieri. Allora la vera risposta va cercata in questo quadro e non nel regime dei mullah. La chiave del successo e del superamento di questa enorma crisi ed emergenza umana non è nè nelle mani della politica di " Yes We Can" e nè nelle mani delle "bombe intelligenti" ma è gloriosamente custodita nelle mani della nosta amatissima presidente MARYAM RAJAVI che ha prontamente esposto al giudizio del mondo intero la sua vera alternativa chiamata "la Terza Via"!
La politica di "Yes We Can" può trascurare questa realtà ma dal momento che il regime dei mullah non è un fenomeno compattibile coi valori attuali umani allora prima o poi costringerà anche il signor "Yes We Can" ad alzare le mani è dire "Yes We Can't". Quel giorno, per l'umanità intera, sarà un altro doloroso 11 settembre con delle dimensioni abnormi che segnerà tutto il globo. Ma ancora una volta toccherà al popolo iraniano di ripiegare le maniche e di impegnarsi da solo e sacrificando milioni di Neda, per pagare il prezzo degli errori della politica di accondiscendenza dell'occidente e per riportare il paese in una direzione giusta ed equa.
Karimi Davood, analista politico iraniano

 
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