giovedì 17 settembre 2009

UCCISI IN AFGHANISTAN 6 MILITARI ITALIANI. PROFONDO DOLORE DELLA COMUNITA' IRANIANA RESIDENTE IN ITALIA



nella foto: attacco terroristico del regime iraniano contro i militari italiani in Afghanistan

nella foto: attacco delle forze armate irachene al campo di Ashraf dove morirono sotto i colpi dei militari iracheni 11 persone e ferite 500 donne e uomini della resistenza iraniana

Ancora una volta il regime barbaro e terrorista iraniano ha trascinato la comunità europea e in particolare quella italiana nel dolore e nel lutto.
Dopo le farse e truccate elezioni del 12 giugno scorso in Iran e la relativa e successiva rivolta popolare contro la designazione di Ahmadinejad per la seconda volta da parte dell'Ayatolterrore Ali Khamenei, e l'avvicinarsi della riunione tra i 5+1 e il regime dei mullah, Ahmadinejad e Ali Khamenei hanno ritenuto giusto e doveroso portare a termine una roccambolesca e violenta azione terroristica contro le forze militari stranieri in Afghanistan. Purtroppo la ruota della sfortuna è rimasta ferma sui soldati italiani e di conseguenza l'intero popolo italiano è immerso in un dolore profondo per la perdita dei suoi 6 militari giovanissimi. Anche la comunità dissidente iraniana è rimasta profondamente addolorata per questa perdita ed esprime la sua vicinanza e solidarieta con le mamme, i figli e le mogli di questi coraggiosi militari caduti per il mantenimento della pace in Afghanistan.
Colgo occasione per ribadire ancora una volta che l'altra faccia dell'attacco militare contro il campo di Ashraf e la mattanza delle donne e degli uomini della resistenza iraniana da parte delle forze irachene, gestite e comandate direttamente dall'Ayattolterrore Ali Khamenei è esattamente questo vile attentato contro i militari italiani della Folgore. Sottolineo che il DNA di questo atto terroristico è idem a quello dell'attacco al campo di Ashraf. L'ideologia che ha fatto brillare il detonatore è quella del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista.
In questo momento di dolore e di commozione ribadisco la mia volontà di partecipare da parte dell'associazione rifugiati politici iraniani alle cerimonie funebri che si terranno nei prossimi giorni per testimoniare la nostra solidarietà e partecipazione al dolore dei familiari delle vittime di stamattina.
Devo insistere che al terrorismo islamico iraniano bisogna dare una severa e seria risposta. Avere sempre la mano tesa porta inevitabilmente al sacrificio delle innocenti vite umane. Secondo me tutto questo spargimento di sangue è il frutto della politica di accondiscendenza euroamericana nei confronti del regime dei mullah. Fin dal 79 la repubblica islamica ha adottato la politica di violenza e di terrorismo come il motore principale della sua politica estera e fino ad oggi l'ha usato indiscriminatamente contro tutti i paesi amici e nemici e l'ha sfruttato anche come mezzo di ricatto per prendere in ostaggio l'intero mondo. Basti guardare al suo coinvolgimento e alla sua forte interferenza in Iraq per rendersi conto che per risalire agli autori ed esecutori e mandati di questo disumano atto di sangue non bisogna essere per forza esperti in azioni militari oppure analisti, usciti dalle migliori accademie militari europei. Basta un pò di coraggio e un pò di volontà di risalire ai responsabili e tener conto fondamentalmente alla difficile situazione in cui si trova il regime di Ahmadinejad e dell'ayattolterrore Ali Khamenei e si vede che il puzzle del terrorismo iraniano si appare velocemente e chiaramente. Teheran ha fortemente bisogno del dirottamento delle attenzioni internazionali dalla sua situazione interna e dalla sua bomba atomica e tener occupato i paesi interessati alla questione atomica e di conseguenza terrorizzandoli e ricattandoli onde la loro ammissione forzata per un Iran atomica. Teheran con l'uso degli atti terroristici cerca di obbligare gli euroamericani ad abbandonare le loro attenzioni dalla bomba atomica islamica e di occuparsi di ben altro che fare sceriffi in medioriente.
In questa maniera secondo me sempre ci avviciniamo di più ad una catastrofica guerra non convenzionata: da una parte il mondo euroamericana e dall'altra una marea di uomini sguinzaliati in tutto il mondo per portare il messaggio della morte tra le varie popolazioni.
Secondo me non è ancora tardi. Per prendere autostrada bisogna pagare il pedaggio. Il "PEDAGGIO" di questa autostrada è pari al riconoscimento dei diritti del popolo iraniano per un cambio democratico dell'intero quadro politico attuale. E poi la chiusura totale della maligna pagina del "dialogo" che ha solamente favorito e incoraggiato il terrorismo iraniano trascinando l'intero mondo nel sangue e nel dolore.

Karimi Davood, analista politico iraniano

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO