venerdì 17 aprile 2009

IL SINDACO DI ROMA GIANNI ALEMMANO LANCIA APPELLO PER SALVARE DELARA DARABI


ROMA: ALEMANNO, LANCEREMO MESSAGGIO PER ARTISTA IRANIANA CONDANNATA A MORTE


Roma, 17 apr. - (Adnkronos) - "E' un tema che affronteremo sicuramente. Troveremo il modo da Roma di lanciare un messaggio a favore di questa ragazza". E' quanto ha dichiarato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno dal Campidoglio intervenendo a proposito dell'artista iraniana, Delara Darabi, 23 anni, condannata a morte a 17 anni per omicidio, la cui esecuzione e' prevista tra 4 giorni.




17-04-2009
IRAN: ALEMANNO FIRMERA' PETIZIONE PER DELARA


(ASCA) - Roma, 17 apr - Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno firmera' la petizione di Amnesty International in favore di Delara Darabi, la giovane iraniana di 22 anni che si trova nell'imminente rischio di essere messa a morte per un reato commesso quando aveva meno di 18 anni.

Nella petizione si esprime la profonda preoccupazione per il fatto che Delara Darabi possa avere subito un processo iniquo e si chiede alla giustizia iraniana di rivedere il caso, secondo le procedure che rispettino gli standard internazionali sul giusto processo e in linea con la Convenzione sui diritti dell'infanzia, che proibisce l'uso della pena di morte nei confronti di persone condannate per reati commessi quando avevano meno di 18 anni. La petizione sollecita i giudici a commutare la condanna a morte di Delara Darabi, che presumibilmente dovrebbe essere eseguita il 20 aprile. Lo comunica l'Ufficio Stampa del Campidoglio.

res-dnp/mcc/bra

(Asca)

Iran, condanna a morte per la ragazza-pittrice
venerdì 17 aprile 2009
“Spero che i colori mi restituiscano alla vita”. Sono le parole di Delara Darabi, 23enne iraniana con la passione per la pittura che il 20 aprile sarà impiccata: il 28 dicembre 2003, quando aveva 17 anni, si introdusse insieme al fidanzato Hamir Hossain 19enne, in casa di una cugina del padre per derubarla. La donna, Mahin, 58 anni, fu uccisa con una pugnalata e Delara si assunse la colpa, convinta dal ragazzo che, essendo minorenne, non sarebbe stata condannata a morte.

Solo più tardi rivelò che l’omicidio era stato commesso da Hamin ma ormai il tribunale di Teheran aveva già stabilito il giorno della sua impiccagione: condannata a morte nel 2005, la Corte Suprema confermò il verdetto nel 2007.

L’Iran, infatti, pur avendo ratificato la Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia, punisce come adulti i bambini a partire dai 15 anni e le bambine dai 9. Delara e Hamin sono stati puniti con 3 anni di carcere, 50 frustrate per tentata rapina e 20 per la loro “relazione illecita”. Consegnata alla polizia dal padre che non volle parlarle una volta saputo che la cugina era stata uccisa, Delara fu portata nella prigione di Rasht dove, per sfuggire a una reclusione ingiusta che oltre alla libertà, le aveva sottratto la gioia della pittura e dei suoi colori, tentò il suicidio tagliandosi le vene nel 2007. Salvata e trasferita in un altro carcere della città iraniana, Delara ha potuto riprendere a dipingere e a disegnare - quando le sono stati sequestrati pennelli e colori - con le dita e il carboncino, aspettando il giorno della sua esecuzione. A inviarle l’occorrente dagli Stati Uniti è Lily Mazahery, attivista iraniana che si sta interessando anche di far conoscere il dramma e il talento di Delara esponendo le sue opere a Teheran e a Stoccolma.

Nonostante la difesa dell’avvocato Abdolsamad Khorramshahi che ha puntato sull’autopsia dimostrando che a pugnalare Mahin fu un destrorso, mentre Delara è mancina, i giudici sono stati irremovibili: il sistema giudiziario iraniano, infatti, non è basato sulle prove e i giudici possono condannare qualcuno sulla sola base della propria “intuizione”. Non importa neanche se, in questo caso specifico, la condanna a morte di un minorenne viola le leggi internazionali.

Le associazioni per i diritti umani hanno contato 150 bambini iraniani nel braccio della morte e la morte di almeno 8 minorenni solo nel 2008: dati che fanno dell’ Iran il secondo Paese dopo la Cina per numero di esecuzioni.

Unico caso in cui la pena di morte può essere revocata è se i parenti della vittima accettano del denaro in cambio della vita del condannato ma nel caso di Delara, la proposta non è stata accettata.

Toccanti le parole scritte da Delara due anni fa e rese pubbliche sul quotidiano iraniano “Etemad” dal suo avvocato: “Sai cosa significa essere prigioniero dei colori? Significa me. La mia vita dai 4 anni in poi è stata fatta di colori. Compiuti i 17 anni, li ho persi... Ora la sola immagine che appare ogni giorno davanti ai miei occhi è quella di un muro. Io Delara Darabi, incarcerata per omicidio, condannata a morte... mi sono difesa con i colori, le forme e le espressioni”. Tra tre giorni, le restituiranno la vita.

EM.M.

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO