sabato 21 marzo 2009

NUOVO TORNEO DI DIALOGO CON I MULLAH: UN MIRAGGIO


OBAMA SCRIVE AI MULLAH, OFFRENDO ANCORA LA POLITICA DI CAROTA E DI BASTONE
I MULLAH MANGIANO LA CAROTA E GIRANO IL BASTONE SULLA TESTA DEL POPOLO IRANIANO
E' UN ERRORE STRATEGICO SCEGLIERE LA DIRIGENZA IRANIANA COME PARTNER DI UNA NUOVA CLIMA DI DISTENSIONE TRA USA E IRAN



ANALISI APPROFONDITA DEL NUOVO CLIMA DI DIALOGO CON IL REGIME DEI MULLAH

In occasioe dell'anno nuovo persiano, 1388, è iniziato una nuova balletta di messaggi politici di Barak Obama, presidente americano e di Shimon Press, presidente israeliano. Il primo ha voluto aspettare l'anno nuovo per lanciare un segnale di dialogo e il secondo ha scelto il popolo iraniano come il suo principale interlocutore per dare un di avvertimento ai leader del regime dei mullah.
Premesso che per aprire qualsiasi iniziativa nei confronti del regime iraniano bisogna prima di tutto conoscere moralmente e materialmente la vera identità dei mullah;
premesso che il regime dei mullah è il principale elemento di destabilizzazione e non di stabilizzazione dell'area mediorientale compreso Iraq e Afghanistan;
premesso che la vera causa della guerriglia e dello spargimento del sangue in Iraq e in Afghanistan è il regime di Teheran;
premesso che il terrorismo, la repressione e la bomba atomica islamica sono i tre fondamentali pilastri su cui regge il regime dei mullah;
premesso che Teheran è il fondamentale sponsor del terrorismo islamico nel mondo;
premesso che la bomba atomica islamica ha il valore strategico e di garanzia per la sicurezza del regime dei mullah e che viene considerato la linea rossa;
premesso che storicamente i mullah non ascoltano mai e preferiscono essere oratori che interlocutori;
premesso che nel vocabolario politico e ideologico dei mullah non esiste il DIALOGO ma solamente il MONOLOGO;
premesso che l'unica lingua che i mullah riconoscono è la lingua della forza e della fermezza;
premesso che rivolgersi direttamente al regime dei mullah è una specie di riconoscimento dell'autorità dei mullah;
premesso che i mullah non vendono la loro ideologia di egemonia islamica sulla regione mediorientale di cui la bomba atomica finge da garante;
premesso che la politica di espansione islamica ha il valore della linea rossa per cui non è assolutamente discutibile;
premesso che la politica atomica iraniano è la vera causa della prossima guerra in medioriente;
premesso che la politica di accondiscendenza europea è gia fallito da anni e che ha solamente permesso ai mullah di ingrandirsi e di arricchirsi di uranio necessario alla costruzione di alcune bombe atomiche;
Secondo me qualsiasi tentativo di avvicinarsi al regime iraniano porterà ad una totale fallimento politico del controparte tenendo conto che i mullah non sono disposti a retrocedere nemmeno di un milimetro dalle loro posizioni politiche, militari e ideologiche. Pertanto posso dichiarare con tanta sicurezza che ancora una volta è il regime dei mullah il primo beneficiario di questa nuova politica americana. Se effettivamente il presidente Obama desidera aprire una nuova pagina nelle relazioni con Iran prima di tutto deve rivolgersi direttamente al popolo iraniano e incoraggiarli a chiedere il ripristinio dei loro diritti calpestati da trentanni di dominio clericale dei mullah. Solo in questo caso possiamo vedere i primi effetti di questa nuova amministrazione americana. Fino ad oggi, l'occidente e l'America ha adottato la politica del bastone e della carota: la carota l'ha il regime dei mullah e la bastonata l'ha preso sulla testa il popolo iraniano. Adesso bisogna cambiare questo scenario. Bisogna offrire l'appoggio politico al popolo iraniano per incoraggiarlo a scendere in piazza e dare la bastonata finale sulla testa del regime fanatico e terroristico dei mullah. Bisogna scegliere il popolo come interlocutore principale e non chi governa con l'uso della violenza e del terrorismo questa grande nazione pacifica e amante della libertà e della democrazia.
A conferma di tutto ciò riporto la risposta del leader supremo dei mullah, Ali Khamenei che oggi a Mashad ha detto: prima di tutto gli americani devono cambiare la politica e poi abbandonare anche il loro sostegno all'Israele". Secondo me questa risposta è mille volte più chiaro di un no secco. E' un calcio fortissimo al secchio di latte munto dalla politica di accondiscendenza!
Ribadisco e concludo che la stabilità regionale e mondiale e la sicurezza di tutto il globo passa attraverso la politica di riconoscimento del diritto del popolo iraniano per un cambiamento radicale del quadro politico iraniano: rovesciamento totale del regime dei mullah con tutti i suoi elementi piccolie grandi dalla A alla Z. Finchè è in piedi questo mostro di mille teste e mille piedi il mondo non vedrà mai e mai la pace e la sicurezza e i soldati americani, italiani, francesi, canadesi moriranno insieme al popolo iraniano sotto i colpi mortali dei mullah. Tutto ciò accade prima della costruzione della bomba atomica islamica. Quando sarà costruito la bomba atomica i mullah parleranno con un altra lingua. saranno loro a dare messaggi videofonici ai vari popoli del mondo invitandoli a scendere in piazza per rovesciare i loro governi corrotti e atei. E' opportuno ricordare il coraggioso gesto del paese islamico Marocco che ha di recente interrotto le sue relazioni con i mullah iraniani in segno di protesta contro le interferenze terroristiche iraniane in questo paese. Il mondo occidentale e in particolare l'America devono raccogliersi attorno al governo marocchino e lanciare un segnale forte di opposizione contro le interfernze iraniane nei paesi islamici e non dimostrare la debolezza politica e militare attraverso le iniziative diplomatiche di apertura al dialogo!
un messaggio al presidente Obama: la sua politica di cambiamento deve mirare a conquistare la fiducia del popolo americano in primiss e poi di altri popoli oppressi dalle dittature tipo khomeinista. Lei si deve rivolgere al popolo iraniano e al suo legittimo rappresentante: Maryam Rajavi, presidente eletta dallla resistenza iraniana.
karimi davood, analista politico

 
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