sabato 1 novembre 2008

LE FOTO DELLA VERGOGNA DELL'EX PREMIER PRODI. STRETTO DI MANO DIETRO UNA COSPICUA CIFRA OFFERTO DAL REGIME DEI MULLAH


Nella foto: il prigioniero politico Alireza Rajabi, ucciso sotto la tortura appena una settimana dopo la visita a Teheran dell'ex premier Ayattolmullah Prodi. Alireza Rajabi condannato all'ergastolo, perchè simpatizzante dei Mojahedin del popolo, fu sottoposto nel carcere di Evin a Teheran, dove appunto in vicinanza soggiornava Prodi, a feroci torture perchè aveva protestato contro le disumane condizioni in cui vivono i prigionieri politici.
SCANDALO PRODI
Il quotidiano Il Giornale rivela la retroscena del viaggio di Prodi in Iran
LE FOTO DELLA VERGOGNA-PRODI IN CAMBIO DEL DENARO
IL PREZZO PAGATO DAL PASSDAR AHMADINEJAD NON E' PREZZO DELL'ONORE DI PRODI. E' IL PREZZO DEL DISONORE DELL'EX PREMIER ITALIANO


nella foto: un prigioniero curdo ferito gravemente sulle montagne kurde e impiccato immediatamente dopo l'arresto dagli stessi mani che hanno stretto le già sporche mani dell'ex premier italiano ayattolmullah Prodi
LA PREGHIERA DEL VENERDI DI TEHERAN: PRODI IN GINOCCHIO DIETRO DI AHMADINEJAD

nella vignietta si vede l'ex premier italiano Prodi insieme all'ex segretario generale dell'ONU durante il rito della preghiera del venerdi. Alla guida della preghiera si vede il passdar Ahmadinejad che è il diretto responsabile della morte degli italiani in Iraq e in Afghanistan.



Ayattolmullah Prodi durante udienza tenutasi dal capo supremo ayattollah Khamenei per i suoi uomini di nazionalità straniera che fanno parte dell'esercito politico del regime iraniano. I mullah hanno anche un altro esercito composto dagli uomini stranieri che solitamente fanno parte della Sepah Ghods di cui Ahmadinejad fino a pochi anni fa era il comandante generale.La Sepah Ghods si occupa fondamentalmente delle operazioni terroristiche nei territori stranieri quali Argentina, Iraq, Afghanistan, paesi arabi ecc...Il compito fondamentale di questo esercito è quello di portare a termine attraverso l'uso delle azioni terroristiche la politica "persuasiva" del regime iraniano.


Prodi con Ahmadinejad
CHIEDO AI FAMILIARI DEI MILITARI ITALIANI UCCISI IN IRAQ E IN AFGHANISTAN DI DENUNCIARE L'EX PREMIER PER QUESTO SCANDALOSO VIAGGIO NELLA TERRA DEI CARNEFICI DEI LORO CARI
IN RISPOSTA AL VIAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA RESISTENZA IRANIANA,SIGNORA MARYAM RAJAVI, IL REGIME DEI MULLAH, CARNEFICE DEI MILITARI ITALIANI IN IRAQ E IN AFGHANISTAN, HA CHIAMATO IN SERVIZIO UN VECCHIO PROSTITUTO POLITICO DI NOME PRODI A RECARSI IMMEDIATAMENTE IN IRAN.
A QUALI PREZZI E COSTI?
IL QUOTIDIANO IL GIORNALE LO SPIEGA E LO RIPORTA IN UN RECENTE ARTICOLO DIFFUSO IL 29 OTTOBRE SCORSO, BASATO SULLE RIVELAZIONI DI UNA FONTE STATALE IRANIANA.

Ecco a voi articolo del Il Giornale:
mercoledì 29 ottobre 2008, 07:00
«L’Iran pagò Prodi per farlo venire a Teheran»
«Ha pagato pur di avere ospiti internazionali come Kofi Annan e Romano Prodi!».
L’accusa, sferzante, all’ex-presidente (riformista) Mohammed Khatami giunge dalle pagine di Sobh-e-Sadeq, settimanale dei Guardiani della rivoluzione, legatissimi al presidente Mahmud Ahmadinejad.
Dall’articolo diffuso ieri a Teheran si apre una scia di polemiche sul convegno a favore del dialogo interreligioso organizzato due settimane fa nella capitale iraniana dall’ex presidente. Ma in realtà - complici forse le non perfette condizioni fisiche del premier - l’uscita ha tutto il sapore di una nuova fase della guerra tra ultrà e moderati in un Iran lacerato sotto una formale apparenza unitaria. L’attacco a Khatami è durissimo. Lo si accusa di aver sperperato una enormità di soldi pubblici per il convegno. E si arriva a far sapere che al solo Kofi Annan, ex-segretario generale Onu, sarebbero andati ben 30 miliardi di rial, pari a 2 milioni e mezzo di euro.
Nessuna cifra invece viene fatta per la presenza dell’ex-premier italiano ed ex-presidente della Ue, Romano Prodi, coinvolto comunque dai pasdaran negli invitati cui sarebbe stato pagato lauto cachet. Né si cita il fatto che l’ospite italiano, nei tre giorni in Iran, ha incontrato assieme ad altri ospiti della conferenza tanto la guida suprema, l’ayatollah Alì Khamenei, che proprio il leader Ahmadinejad.
Analisti della situazione persiana ritengono che l’attacco di Sobh-e-Sadeq si debba alla volontà del gruppo conservatore di tagliare alla radice sin dal suo fiorire la volontà dei riformisti di aprirsi al dialogo con altri Paesi. Meglio azzopparne subito l’ideatore che trovarsi a dover fare i conti con la crescita di un dissenso interno alimentato dall’apertura a democrazie occidentali. Non è un caso del resto che al settimanale dei pasdaran abbia replicato un quotidiano riformista, Karzogan. «Alcuni organi vicini al governo - ha replicato all’attacco portato contro l’ex-presidente - hanno fatto queste affermazioni pensando che anche Khatami faccia come loro quando pagano le autorità di certi Stati per venire in visita a Teheran». Un riferimento chiarissimo, quest’ultimo, alle ricche sovvenzioni che l’Iran fornisce a Paesi come la Siria, il Venezuela, alcuni Stati africani e soprattutto a gruppi sciiti che si muovono nel Medio Oriente.
Nel corso della conferenza sul dialogo interreligioso tenutasi a Teheran, proprio Khatami aveva tenuto a far presente come «quella che viene presentata in tutto il mondo come religione, in particolare quando si parla di Islam, non ha niente a che vedere con la religione reale». Tesi suffragata da Kofi Annan, il quale aveva rilevato come il problema «non siano la Bibbia o il Corano, ma come alcuni ambienti ne abusino per i loro obiettivi politici».

 
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