giovedì 20 novembre 2008

ACCORDO DI SICUREZZA TRA USA E IRAQ. UNA GRANDE CONQUISTA PER IL GOVERNO DI ALMALEKI. UNA DELEGAZIONE DEI RADICALI IN VISITA IN CAMPO DI ASHRAF

Alcuni giorni fa il governo iracheno ha firmato l'accordo con gli Stati Uniti d'America per la presenza delle forze armate sul territorio iracheno. Fin dal primo momento il regime dei mullah si è opposto violentemente contro l'ipotesi di un tale accordo sguinzagliando i suoi terroristi su tutto il territorio iracheno mirando sia la popolazione civile che quella militare straniera. Ritengo questo accordo una grande conquista per il governo di Almaleki che firmando coraggiosamente nonostante le minacce reali del regime dei mullah ha voluto insistere sulla identità araba irachena prendendo distanze dal regime dei mullah. Inoltre ribadisco che questo accordo significa la sconfitta di tutti i tentativi del regime iraniano in campo della conquista gratuita del territorio iracheno e del destino della sua popolazione. Il che significa anche dividere politicamente e ideologicamente il governo iracheno da quello iraniano. Insomma è una vittoria anche per il governo di Bush che aveva promesso di portare a termine la sua missione entro il suo mandato. In qualche modo ci è riuscito anche se lascia alle sua spalle una grande responsabilità per il suo successore Barak Obama.
I nostri migliori auguri al popolo e al governo iracheno sperando che anche il parlamento iracheno approvi a larga maggioranza tale accordo che prima di tutto tutela gli interessi politici-strategici del popolo iracheno nei confronti delle violenze usate dal regime dei mullah.
karimi davood, analista politico iraniano
Esteri
Iraq/ Radicali: Campo Ashraf a rischio catastrofe umanitaria
Delegazione del partito in visita nella base con 3.500 mujahedin

Roma, 20 nov. (Apcom) - Una delegazione del partito Radicale Nonviolento, transnazionale e transpartito da oggi si trova in Iraq per partecipare a una visita al campo di Ashraf, (nel governatorato di Diyala), dove si trovano circa 3.500 membri dell'Organizzazione dei Mujahedin del Popolo Iraniano (OMPI), disarmati e attualmente sotto la protezione dell'esercito Usa, secondo le convenzioni internazionali. Ad Ashraf si teme una catastrofe umanitaria quando il governo iracheno assumerà il pieno controllo del campo, cosa che potrebbe avvenire con anticipo rispetto al preventivato ritiro delle forze multinazionali dall'Iraq.

Il caso è noto alla Missione di Assistenza in Iraq delle Nazioni Unite (Unami) e all'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, che il 15 ottobre scorso ha sollecitato il governo iracheno a "proteggere i residenti di Ashraf dalla deportazione forzata, dall'espulsione o dal rimpatrio e ad astenersi da qualsiasi azione che possa mettere in pericolo la loro vita o la loro sicurezza". Ciononostante, esponenti del governo iracheno hanno già aperto alla richiesta del regime di Theran di espellere verso l'Iran i membri dell'Ompi: una decisione che sottoporrebbe i Mojahidin al rischio di arresti, torture ed esecuzioni, poiché considerati "infedeli" dai mullah di Teheran.

E' stato inoltre segnalato che le autorità irachene avrebbero negli ultimi tempi limitato l'accesso agli alimenti ed alle cure mediche per i residenti del campo. La visita conferma l'attenzione con la quale il partito radicale osserva l'evoluzione del movimento della resistenza iraniana, auspicando che la scelta di forme di resistenza nonviolenta possa contribuire alla conquista di democrazia e libertà per l'Iran. Negli ultimi anni, il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, che ha sempre sostenuto la piena emancipazione delle donne e la separazione fra Stato e religione, si è espresso più volte per l'abolizione della pena di morte. Il governo britannico ha intanto cancellato l'Ompi dall'elenco nazionale delle organizzazioni terroristiche; la cancellazione dall'analoga lista europea è stata richiesta dalla Corte di Giustizia di Lussemburgo, secondo la quale l'inserimento (voluto da Teheran) non è giustificato.

Della delegazione radicale, che ha il compito di verificare la situazione di Ashraf sotto il profilo umanitario e dell'applicazione del diritto internazionale, fanno parte il senatore Marco Perduca, vicepresidente del senato del Partito radicale Nonviolento, Antonio Stango, del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, e Yuliya Vassilyeva di Nessuno tocchi Caino.

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO