venerdì 14 novembre 2008

ALLARMANTI DICHIARAZIONI DEL CONSIGLIERE ISRAELIANO. NOTIZIA E IL COMMENTO


Nella foto: le bare dei militari italiani uccisi nell'attentato terroristico di Nassirya.Secondo le dichiarazioni dei servizi italiani dietro questo attentato ci sono le mani del regime dei mullah
EST - Israele, consigliere Barak: opzione militare su Iran più vicina

Roma, 14 nov (Velino) - Israele sta sostenendo le iniziative diplomatiche e gli sforzi economici della comunità internazionale per bloccare i programmi nucleari degli iraniani, ma se questi risulteranno vani, ogni opzione resta aperta. Amos Gilad, capo del servizio diplomatico e di sicurezza del ministero della Difesa israeliano ne ha parlato molto apertamente al Jerusalem Postnel corso di una intervista la cui versione integrale sarà pubblicata la prossima settimana. Richiesto di spiegare come sarebbe possibile attaccare installazioni ben protette e sparse sul vasto territorio della Repubblica islamica, Gilad ha risposto riferendosi al raid israeliano del 1981 sul reattore iracheno di Osirak: “Anche allora c’era chi diceva che sarebbe stato impossibile, eppure ci riuscimmo”.

“L’Iran – ha riconosciuto il consigliere del ministro Ehud Barak – è un paese di persone intelligenti e molto capaci. (Un blitz) sarebbe certamente una sfida considerevole”. Secondo l’estensore dell’articolo, Gilad si è rivolto ai lettori del Post in un momento in cui più frequenti si fanno “nei circoli privati” le dichiarazioni di alti funzionari della Difesa secondo i quali Israele si starebbe preparando un’opzione militare contro la Repubblica islamica, il cui possibile accesso al nucleare, ha ribadito il consigliere “è respinto nella maniera più assoluta”. Il motivo? “L’Iran è controllato da un regime ideologico che si è prefissato l’obiettivo di sbarazzarsi di Israele”. Gilad ha poi espresso il suo pessimismo quanto all’opzione sanzioni: “Pressioni diplomatiche contro uno stato così determinato possono rallentare i processi ma non fermarli”, mentre le pressioni economiche potrebbero funzionare se Teheran fosse messa di fronte “a un isolamento totale. Ma così non è”.

Il commento: Condivido le preocupazioni del consigliere israeliano e ribadisco che le sole sanzioni non sono assolutamente utili per affrontare seriamente il pericolo atomico del regime fondamentalista dei mullah iraniani. Bisogna affianccare alle dure e generali sanzioni, comprese quelle petrolifere, una idonea politica di incoraggiamento a favore del popolo iraniano. Mi spiego meglio: se l'obiettivo è togliere dalle mani dei mullah uno strumento pericolosissimo quanto la bomba atomica è necessario adotare dei sistemi e dei meccanismi adatti all'evento. Altrimenti come andare a cacciare la vipera con le mani e piedi nudi. in tal caso c'è la più probabilita che venissimo punti noi dalla vipera che la vipera catturata da noi. Anche perchè in questo caso la vipera una volta che sente il pericolo della cattura reagisce con tutta la sua forza. Esattamente quello che faranno i mullah iraniani.
Ecco perchè dico che bisogna adottare delle misure su un doppio binario. Da una parte colpire il programa atomico( intendiamoci non militarmente), e dall'altra incoraggiare la popolazione iraniana a sbarazzarsi da questo medievale e fanataico regime sanguinario religioso. Vi assicuro che qualsiasi altra strada porterà a un disastro eco-politico-sociale-internazionale da fare brividi. La guerra e l'intervento prospetato dal consigliere israeliano non è via maestra anche perchè ferisce la vipera e complica la sua cattura. Bisogna tener conto che questo mostro a differenza di altri animali del suo genere ha a sua disposizione un migliaio di tentacoli e di teste sparse in tutte le parti del mondo a partire dalla Palestina, Libano, Iraq, Afghanista( dove tra l'altro gi italiani hanno pagato un alto tributo di sangue), Europa e in America. Gli israeliani ne sanno abbastanza e provano sulla loro pelle i colpi mortali sparati dalle tasche di Khamenei e di Ahmadienjad e di Khatami.
Il mio consiglio al consigliere israeliano è quello di studiare la Terza Via prospota dal nostro presidente Maryam Rajavi. Senza trascurare il"doppio binario".
Karimi davood, analista politico iraniano

 
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