domenica 25 maggio 2008

LIBANO: IL GENERALE MICHEL SULEIMAN E' STATO ELETTO IL DODICESIMO PRESIDENTE




Notizia: Libano, Michel Suleiman eletto presidente

Michel Suleiman
Il generale cristiano maronita Michel Suleiman è stato eletto oggi pomeriggio dal parlamento nuovo presidente del Libano. Lo ha mostrato in diretta la televisione privata libanese Lbc.

Il commento: ho appena visto via satellite e in diretta, attraverso la TV della resistenza iraniana, l'elezione del presidente del Libano: con 118 voti il generale dell'esercito Michel Suleiman che per lunghi anni è stato capo delle forze armate è riuscito finalmente ad uscire dalle urne del parlamento libanese. Suleiman è un uomo su cui si sono coagulate un ampio consenso attraverso la mediazione del mondo occidentale e arabo: è un generale di fede maronita e con un curriculum di rispetto sia in campo militare che politico. L'elezione di Suleiman è la parte finale di una lunga serie di consultazioni internazionali ed elezioni multiple fallite al parlamento libanese.
Ora vorrei analizzare le vie che lui potrebbe seguire per portare l'ordine in questo martoriato paese già colpito duramente dalle interferenze straniere in particolare quelle iraniane e siriane.
In particolare vorrei puntare sul dito sulla parte più importante nella scacchiera interna: Hezbollah . Un'organizzazioni che secondo me è manus lungus del regime dei mullah in Libano con un diritto di veto nel prossimo governo. La domanda è questa: che cosa può fare il presidente Suleiman per portare sul binario giusto questo paese già colpito duramente dal tumore maligno del fondamentalismo? la risposta è semplice. Nulla. Lui farà la fine di quel portantino che lavorando in un ospedale porterà una volta sul lettino è una volta sulla carrozzella il suo malato da un reparto all'altro nella speranza di poter gestire la malattia del suo paziente. Finché nella società libanese vive un consistente numero degli uomini, chiamati Hezbollah, armati fino ai denti e al comando diretto dei mullah, nulla possiamo pretendere in buono. Sfido chiunque possa contraddirmi. La società libanese grazie alla multeplicità delle interferenze straniere è diventata talmente complessa che gestirla in uno stato normale richiede una grande fatica e sacrifici. Nulla sarà garantita senza il consenso dei mullah iraniani che gestiscono gli Hezbollah. Vivrà in uno stato esplosivo costante. Per gestirla non bastano nemmeno avere 10000 presidenti tipo Suleiman. Non esagero. Dico la verità. Riconosco il ruolo degli iraniani e l'obiettivo per cui hanno dato vita alla formazione dell'Hezbollah. La guerra di 33 giorni del Libano ha dimostrato e evidenziato manus lungus di Khomeini e della sua maligna ideologia fanatica. L'Iran ha formato ideologicamente, secondo alcuni analisti militari, almeno 20000 donne e uomini kamikaze disposti a mollarsi da un momento all'altro appena ricevuti il segnale da Teheran. Il presidente Suleiman se vuole governare in santa pace deve accettare le condizioni iraniane dettate attraverso i ministri Hezbollah. Conoscendo il generale e il suo passato non credo che sia disposto ad inclinare la testa di fronte al mullah Nassrallah. Allora? Avrà un governo che assomiglierà ad una bomba ad orologeria che esploderà appena qualcuno scatterà la miccia.
I miei migliori auguri al neo presidente libanese Suleiman. Mi auguro che il suo Libano possa resistere alle interferenze iraniane e possa reagire positivamente alle cure anti fondamentaliste islamiche che la societa internazionale cerca di iniettare al suo corpo. Ho visto anche il ministro Frattini insieme al ministro degli esteri francese Kuchner nella prima fila del parlamento libanese.
Grazie all'attivismo del governo del presidente Berlusconi, l'Italia sta riprendendo il suo ruolo di primo piano che aveva perso con il governo del Ayattolmullah Prodi di cui il suo ministro degli esteri, D'Alema fu diventato punto di riferimento sia per i Hezbollah che per i mullah iraniani.
Con la caduta del governo degli Ayattolmullah Prodi- D'Alema, Teheran ha perso, dopo Chirac , uno dei suoi migliori sponsor europei.
karimi davood, analista politico iraniano

 
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