domenica 11 maggio 2008

IRAN PRINCIPALE PROTAGONISTA DELLA GUERRA IN LIBANO

Un interessante articolo di Molinari
La Stampa.it
La foto: Il premier libanese Fouad Siniora
Hezbollah consegna Beirut all'esercito
LA GUERRA PER PROCURA
Dietro gli scontri tra le milizie a Beirut e il braccio di ferro tra Washington e Teheran
MAURIZIO MOLINARI
CORRISPONDENTE DA NEW YORK

È stata una telecamera digitale all’aeroporto di Beirut a scatenare in Libano una guerra per procura fra Iran e Stati Uniti. A installare la telecamera, circa due anni fa, sono stati gli Hezbollah collegandola ad un circuito a fibre ottiche che attraversa il Libano, dal Sud fino a Beirut, estendendosi per centinaia di km e costituendo un sistema di comunicazioni e controllo alternativo a quello del premier di Fouad Siniora. Il governo libanese conosceva da tempo l’esistenza tanto della telecamera che del circuito e fibre ottiche ma recenti controlli hanno portato ad appurare che la rete circonda molti del ministeri, incluso quello delle comunicazioni, con un sistema di sorveglianza fra i più tecnologicamente avanzati. E’ grazie a questa rete a fibre ottiche che Hezbollah riuscì durante la guerra del 2006 a continuare a trasmettere tranquillamente i messaggi tv del leader Nasrallah, come anche gli ordini alle milizie, a dispetto dei martellanti attacchi aerei israeliani su numerosi radar e centri di trasmissione. Il 7 maggio la situazione è cambiata quando il governo libanese ha dichiarato «illegale» la rete di comunicazione degli Hezbollah alla luce del fatto che consente a Hassan Nasrallah di vedere ed ascoltare tutto quanto di importante avviene nello Stato, a cominciare da chi arriva e chi parte dallo scalo internazionale. Da qui la decisione di rimuovere la telecamera dell’aeroporto e anche il generale delle forze armate libanesi Wafiq Choucair, simpatizzante degli Hezbollah, che ne aveva la responsabilità. Secondo una tesi molto accreditata a Londra, Parigi e Berlino proprio questo network segreto avrebbe consentito di eliminare numerosi avversari politici di Damasco, incluso l’ex premier Hariri. Colpendo il circuito a fibre ottiche Siniora ha dimostrato dunque di voler smantellare il sistema di comunicazioni grazie al quale gli Hezbollah si coordinano, ogni giorno, con Damasco e Teheran. E’ stato un passo apparentemente minore ma in realtà di importanza strategica, che ha confermato la convergenza di intenti fra Beirut e Washington, entrambe intenzionate a tagliare il cordone che consente all’Iran di guidare a distanza le mosse della più efficiente organizzazione di guerriglia dell’intero Medio Oriente. L’oscuramento della telecamera è stato considerato una «dichiarazione di guerra» da Nasrallah proprio perché punta a tagliare i suoi legami hi-tech con le retrovie siriane e iraniane. Da qui la decisione di mandare i propri uomini nelle strade della capitale per ammonire Siniora che alla guerra nel sottosuolo e nell’etere del Libano segue quella condotta con blindati e mitra alla luce del Sole. Washington è convinta che la brusca reazione di Nasrallah sia stata voluta da Teheran, che difendendo il network creato anche grazie ai suoi tecnici sta proteggendo l’esistenza del proprio mini-Stato in Libano.Se finora la crisi libanese era legata alla difficoltà di eleggere il nuovo presidente, per via dei contrasti fra partiti anti-siriani e pro-siriani, gli scontri di Beirut l’hanno così trasformata in uno scontro indiretto fra Teheran e Washington. Questa guerra per procura fra Washington e Teheran (sostenuta da Damasco) ripete lo scenario di Gaza, dove il colpo di Stato di Hamas contro Abu Mazen è sostenuto da Iran e Siria mentre gli Stati Uniti tentano di aiutare il governo di Ramallah a ripristinare la legalità. Leggendo tali crisi gemelle assieme al recente raddoppio delle squadra navale americana nel Golfo Persico oltre lo Stretto di Hormuz ci si trova di fronte ad un mosaico di fibrillazioni frutto di un braccio di ferro, non solo nucleare, fra Mamud Ahmadinejad e George W. Bush che sembra destinato a segnare gli ultimi mesi dell’attuale amministrazione americana.

 
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