sabato 31 maggio 2008

MANIFESTAZIONE DI PROTESTA DEGLI OPPOSITORI IRANIANI CONTRO AHMADINEJAD A ROMA

Comunicato stampa
Associazione giovani iraniani in Italia comunica che in concomitanza con l'intervento del Passdar Ahmadinejad al palazzo del FAO a Roma, organizza una manifestazione di protesta contro la presenza del Passdar presidente del regime dei mullah a Roma. Ahmadinejad è il diretto responsabile della repressione di migliaia di studenti iraniani che costantemente scendono in piazza gridando "morte al dittatore" chiedendo la scarcerazione dei loro colleghi detenuti nei medievali carceri iraniane e la democrazia e la libertà per il popolo iraniano. In questa delicata fase politica gli studenti iraniani insieme ai lavoratori, operai, insegnanti e le coraggiose donne persiane rappresentano la rabbia di un popolo represso e oppresso dal regime dei mullah di cui il suo presidente si accinge a mettere il piede sul suolo di Roma, antica patria della democrazia e della solidarietà internazionale. Ahmadinejad è famoso, per la sua crudeltà applicata nei confronti dei detenuti politici, come "uomo di mille colpi di grazia". Autorizzare l'ingresso al presidente di un regime teocratico che fino ad oggi ha prodotto solo la violenza, la guerra e il terrorismo è un oltraggio al popolo iraniano. Ahmadinejad è il responsabile diretto dell'attuazione della politica di espansione e dell'esportazione della rivoluzione islamica in tutto il mondo. La costruzione della bomba atomica fa parte di questa strategia maligna che mira a prendere in ostaggio l'intero medioriente e il mondo civile. Opporsi alla sua politica atomica militare è un dovere civile e istituzionale. Secondo il nostro parere questa politica condurrà inevitabilmente il mondo intero verso una guerra catastrofica e devastatrice. Lo stesso Ahmadinejad ha dichiarato che il programma atomico iraniano è "irreversibile e che il treno atomico oramai è senza freni e senza marcia indietro". Il che significa che il mondo intero sta andando verso una situazione assai pericolosa. L'eliminazione dello stato d'Israele e la negazione dell'olocausto e dello sterminio degli ebrei durante il periodo nazista fa parte integrante di questa strategia guerrafondaia.
Pertanto considerando che il movimento di opposizione, le donne oppresse e in particolare gli studenti iraniani ci chiedono di rappresentarli fortemente nella protesta contro la presenza di Ahmadinejad a Roma, la nostra associazione organizza una manifestazione di protesta per il giorno martedì 3 giugno in piazza porta di San giovani, all'altezza della statua di S. Francesco dalle ore 13 fino alle ore 16.
Invitiamo tutti i partiti, sindacati, associazioni e gruppi politici e religiosi di unire a noi per dimostrare più forte possibile la nostra opposizione e rabbia contro la politica atomica del regime di Ahmadinejad. Una politica che ha prodotto la fame e la miseria per tutta la popolazione iraniana.
Una politica che sicuramente ci condurrà verso una catastrofica guerra.
Karimi Azar, presidente Associazione Giovani Iraniani in Italia
Per adesioni e contatti scivere all'e-mail: irandemocratico@yahoo.it
oppure contattare 3387862297

COMUNICATO DEL COMITATO" ABBIAMO FAME DI LIBERTA'"


Ricevo dal comitato" abbiamo fame di libertà" e volentieri pubblico il seguente appello contro la presenza del padrino del terrorismo internazionale in Italia in occasione del summit della Fao sul problema alimentare mondiale. La fame, un problema assai serio e sentito in un Iran di cui la maggior parte degli suoi introiti petroliferi va speso per "alimentare" il terrorismo internazionale ed i fini espansionistici del regime fondamentalisto- islamico di Ahmadineajd.
Karimi davood



"La presenza del Presidente della Repubblica islamica dell’Iran, Ahmadinejad, proprio nell'ambito del vertice FAO che affronta il dramma della fame nel mondo, simboleggia la devastante contraddizione tra la violenza dei Governi totalitari e i loro proclami demagogici a favore dei popoli imponendoci di denunciare la sistematica violazione dei diritti umani dei cittadini iraniani.

Da quasi trent'anni la politica dei governi di Teheran nega i diritti delle minoranze religiose, delle donne, degli omosessuali, delle minoranze etniche, delle associazioni studentesche come di chiunque non condivida le politiche del regime. Costantemente sono negati i diritti cardine della democrazia, si impedisce la libertà d’espressione e nessuno spazio è concesso alla libertà di stampa. In Iran si susseguono esecuzioni capitali nei confronti di dissidenti politici, oppositori delle repressioni, studenti, giovani omosessuali.

Questa politica repressiva e la retorica dell’odio del Presidente Ahmadinejad, che proclama la volontà di distruggere lo Stato di Israele e insiste nel negare la tragedia della Shoa, dovrebbero suggerire alla Comunità internazionale un diverso profilo nei rapporti diplomatici con l'Iran.

Il Governo iraniano provoca ed alimenta l’instabilità dell’intera Regione mediorientale, sostiene ed arma i gruppi terroristici, e non ha ancora chiarito alla comunità internazionale gli obiettivi del suo programma nucleare.

Vogliamo, pertanto, richiamare tutti gli Stati aderenti all’Onu alla consapevolezza che non esistono soluzioni realmente efficaci al dramma alimentare in assenza di libertà e democrazia. La lotta alla fame nel mondo si deve e si può accompagnare alla lotta contro le dittature, contro le violenze, le violazioni dei diritti umani e contro il terrorismo.

Nel momento in cui il mondo si prepara a parlare di sicurezza e di risorse alimentari, dobbiamo avere la consapevolezza che la democrazia (civile, sociale, politica ed economica) è la soluzione alla tragedia della fame. "


Comitato ABBIAMO FAME DI LIBERTA'

LA FERMEZZA CONTRO IL FONDAMENTALISMO ISLAMICO


In Iran esiste un provverbio popolare secondo cui " il gatto non riuscendo a trovare un pezzo di carne va a spasso e dice che la carne puzza!!!"
Adesso la situazione politica di Ahmasdinejad è idem a quel gatto che sostiene che la carne"puzza". Essendo fallito nei suoi tentativi di strappare, attraverso tutte le vie diplomatiche e non, qualche incontro coi politici italiani e con il Papa Benedetto XVI, dichiara, attraverso il suo portavoce che "la carne puzza" e che non aveva chiesto nessun incontro con questi personaggi.
Solo Ahmadinejad, figlio legittimo del fondamentalismo islamico e "uomo di mille colpi di grazia" può aver tanta arroganza a dichiarare tali nefandezze.
Se oggi, il portavoce del regime terroristico iraniano alza la mano, il merito va certamente verso coloro che con il loro sangue hanno pagato il prezzo della libertà e della democrazia in Iran. Cioè a 120000 caduti della resistenza iraniana. E poi anche tutti coloro che con la loro obiezione hanno dato una storica lezione al uomo sponsor del terrorismo che non si può collocare bombe e trappole esplosive lungo la strada dei soldati italiani e poi pretendere tappeto rosso all'aeroporto e danzi di gioia popolare lungo il suo percorso fino alla FAO. Mi tocca ringraziare i politici italiani che unanimemente hanno preso posizione contro la sua presenza in Italia.
Dobbiamo prendere atto che se al fondamentalismo islamico, sposor principale del terrorismo internazionale, dimostriamo fermezza e determinazione, allora possiamo pretendere grandi passi verso la stabilità e la sicurezza nazionale. Altrimenti siamo sempre in balia delle ondate di violenza e di aggressioni integraliste. Teheran di Ahamdinejad è il epicentro della diffusione del terrorismo, dell'instabilità e dell' insicurezza mondiale.
karimi davood
Grazie a tutti
Qui sotto vi riporto la notizia dell'Ansa:

» 2008-05-31 12:13
Iran: Ahmadinejad non vedra' il Papa
Presidente iraniano sara' a Roma solo per vertice Fao, governo
(ANSA) - TEHERAN, 31 MAG - Il presidente iraniano Ahmadinejad 'non ha chiesto incontri ne' con le autorita' di governo italiane ne' con il Papa'.Lo ha detto il portavoce del governo di Teheran precisando che il presidente sara' a Roma dal 3 al 5/6 per partecipare a un vertice Fao. Finora l'unico appuntamento confermato al di fuori del summit e' un incontro di Ahmadinejad con rappresentanti di grandi aziende italiane, promosso dall'Ambasciata iraniana a Roma e dalla Camera di commercio italo-iraniana.

APPELLO AL PAPA E AL PRESIDENTE BERLUSCONI DEL COMITATO PER LA DEMOCRAZIA IN IRAN

Nella foto: il capo supremo del regime dei mullah, Khamenei con il suo sogno atomico

COMITATO PER LA DEMOCRAZIA ED I DIRITTI CIVILI IN IRAN

Torino, lì 30 maggio 2008
E-mail: iranlibero@gmail.com

A
Sua Santita' Papa Benedetto XVI

On. Silvio Berlusconi Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana

Il Comitato per la Democerazia e i Diritti Civili in Iran, in occasione della visita in Italia del presidente della Repubblica Iraniana Mahmoud Ahmadinejad.
Venuto a conoscenza del desiderio del suddetto di incontrare le SS. VV.

Considerando che tale visita non riveste tra l'altro i caratteri della ufficialità.
Ricordando che dopo circa ventinove anni dall'affermarsi della rivoluzione e dalla instaurazione del regime islamico persistono nel Paese gravissime violazioni dei diritti umani, in particolare per quanto riguarda gli oppositori politici, le donne, gli omosessuali..
Che tale regime ostacola e spesso impedisce la diffusione delle informazioni sia a mezzo stampa che radiotelevisivo.
Che sono registrate frequenti pratiche di violenza di stampo medioevale a carico degli oppositori.
Che tale regime ha assunto un atteggiamento negazionista nei confronti della Shoah.
Che il pres. Ahmadinejad ha in più occasioni auspicato la distruzione dello Stato di Israele.

Ritiene che l'accoglienza di tale invito da parte dell SS.VV. costituirebbe in qualche misura un segnale di riconoscimento del regime e delle pratiche esecrabili da esso messe in opera.

Esprime quindi il più fermo invito a respingerlo, nel rispetto delle numerosissime vittime della repressione in Iran, e come segnale di ripudio di ogni misura di sopraffazione e di violenza.

venerdì 30 maggio 2008

La nascita della Consulta politica contro il fondamentalismo islamico

In concomitanza con l'arrivo in Italia del presidente Passdar Ahmadinejad desideriamo comunicare al mondo politico italiano la fondazione di una nuova associazione addibita ad offrire dei consigli e suggerimenti e informazioni circa l'identità e i sintomi del fondamentalismo islamico che si sta dilagando a macchia d'olio in Europa e in particolare in Italia.
Le ondate di immigrazioni dai paesi di origine islamica è un terreno fertile per la crescita e la divulgazione del fondamentalismo islamico. Conoscere l'identità, i sintomi, i pecularietà e le caratteristiche di questo male che secondo me è " la più grande minaccia del terzo millenio, è un dovere di primo piano sia per i politici che per le istituzioni addibite a combattere il fondamentalismo islamico. Forse la società politica americana avrebbe potuto evitare l'11 settembre conoscendo a fondo le formazioni integraliste e fondamentaliste che vivevano e lavoravano in America.
La maggior conoscenza sul fondamentalismo islamico offre maggiori garanzie sulla tutela della sicurezza sociale, politica e culturale.
La cultura è una finestra maggiromente esposto a tale pericolo per cui va un attenzione particolare su questo mondo attraverso l'offerta di una serie di informazioni che dovrebbe nascere proprio dalle scuole fin dall'elementare.
La Consulta, formatasi dagli esperti iraniani che da anni lottano contro il fondamentalismo iraniano, è lieta di offrire le sue conoscenze ed esperienze per combattere il male che affligge attualmente il mondo intero.
La Consulta dichiara la sua disponibilità a ricevere qualsiasi collaborazione in campo della lotta al fondamentalismo islamico.
La Consulta è convinta che il maggior pericolo per il mondo islamico provviene appunto dallo stesso mondo islamico pertanto conferma che la prima vittima del fondamentalismo islamico è proprio il cittadino islamico progressista che desidera convivere in pace con tutti gli esseri umani di questo mondo.
La Consulta sostiene che conoscendo meglio il fenomeno del fondamentalismo islamico offriamo maggior sicurezza sia agli uomini che alle donne che sono più esposte ai pericoli riccorenti. La caratteristica fondamentale dell'integralismo e del fondamentalismo islamico è la MISOGINIA.
Consulta politica contro il fondamentalismo islamico
Roma 29. 05.2008

giovedì 29 maggio 2008

COMUNICATO CONGIUNTO DI TRE ASSOCIAZIONI IRANIANE

giovedì 29 maggio 2008


COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO DI TRE ASSOCIAZIONI IRANIANE SUL PROSSIMO VIAGGIO DEL PASSDAR AHMADINEJAD A ROMA

Associazione Donne Democratiche, Associazione rifugiati politici, insieme all’Associazione Giovani iraniani desiderano esprimere la loro gratitudine e ringraziamento a tutti coloro che in previsione del viaggio del Passdar terrorista e “uomo di mille colpi di grazia” in Italia si sono mobilitati e hanno espresso la loro insoddisfazione per il suo ingresso in Italia. In particolar modo vogliamo ringraziare il governo del presidente Silvio Berlusconi che attraverso il suo ministro degli Esteri, Franco Frattini ha espresso chiaramente che la visita di Ahmadinejad non è assolutamente gradita e che non verrà ricevuto dai rappresentanti del governo italiano. Il popolo iraniano è molto grato al governo italiano e a tutti coloro che rappresentano in questo delicato momento la loro rabbia e la loro grida di disperazione contro un regime tirannico e terroristico quale quello rappresentato del presidente Passdar Ahmadinejad.
Chiediamo alle forze politiche e umanitarie di unire al grido di aiuto lanciato dal popolo iraniano, dai coraggiosi studenti che costantemente sono in scioperi di protesta, dai lavoratori, dagli insegnanti e dalle coraggiose donne che lottano quotidianamente contro il regime tirannico dei mullah gridando "morte al dittatore" chiedendo la libertà e la democrazia .
Ahmadinejad rappresenta un regime fondamentalista e terroristica che lancia costantemente messaggi di eliminazione e di morte contro gli israeliani, i palestinesi, gli americani e gli occidentali.
Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia
Associazione Giovani iraniani in Italia
Associazione Rifugiati Politici Iraniani In ItaliaRoma,
29 maggio 2008

mercoledì 28 maggio 2008

IL MESSAGGERO.IT DENUNCIA LA CONDANNA AMORTE DI 100 MINORENNI IRANIANI




Nella foto: l'impiccagione pubblica di due minorenni nella città di Mashad


Iran, cento minorenni in attesa di essere impiccati:appello al capo dell'apparato giudiziario

TEHERAN (27 maggio) - Hanno ucciso a coltellate dei loro coetanei diciassettenni durante una rissa. Ora, per loro tre l'esecuzione è imminente. Sono solo i primi tre di cento minorenni, o giovani minorenni all'epoca dei delitti, che ora attendono di essere impiccati nelle carceri iraniane. Lo ha reso noto l'avvocato di venti di loro, Mohammad Mostafai, che in una lettera aperta inviata al capo dell'apparato giudiziario, ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, ha chiesto la cancellazione delle esecuzioni. Nell'anno iraniano dal marzo del 2007 al marzo del 2008 sono state nove le impiccagioni di minorenni secondo quanto reso noto dal Centro dei difensori dei diritti umani, che fa capo all'avvocatessa Shirin Ebadi, Premio Nobel per la pace nel 2003.L'avvocato Mostafai, il cui appello è pubblicato oggi dal quotidiano Kargozaran, afferma che le esecuzioni di tre dei giovani sono imminenti. I tre condannati sono Behnud Shojai, Said Jazi e un terzo, Behnam, di cui non è stato fornito il cognome. Sono stati oggetto di una richiesta di sospensione dell'esecuzione da parte della presidenza di turno slovena della Ue.L'ayatollah Shahrudi è considerato un conservatore moderato e più di una volta è intervenuto personalmente per sospendere le esecuzioni di minorenni omicidi e cercare di convincere i familiari delle loro vittime a concedere il perdono. Ciò che, in base alla legge islamica, permette di salvare la vita di un condannato. L'avvocato Mostafai afferma anche che alcuni dei giovani in attesa dell'esecuzione sono stati condannati alla pena capitale per avere ucciso «in stato di legittima difesa». Due, in particolare, sono i casi di questo tipo da lui citati: quelli di Reza Alinejad e di Hossein Toranj.Il legale afferma che, poichè «l'Iran ha aderito alla Convenzione internazionale sui diritti del Bambino (che vieta le condanne a morte di minorenni)», le sentenze di morte contro i minorenni sono emesse «in violazione della legge». «Venga a visitare questi giovani in carcere e vedrà che si tratta di vittime della società», aggiunge nella sua missiva Mostafai, chiedendo a Shahrudi di «salvarli e aiutarli a crescere».L'ultima impiccagione di questo genere di cui si sia avuta notizia risale al 26 febbraio scorso, quando un giovane, Javad, è stato impiccato nel carcere di Isfahan perchè riconosciuto colpevole di un omicidio commesso a 16 anni. Lo scorso anno, sempre secondo Amnesty International, sono state almeno 317 le esecuzioni capitali nella Repubblica islamica, che si è così situata al secondo posto al mondo per numero di persone messe a morte dopo la Cina.

ALCUNE ADESIONI SIGNIFICATIVE POLITICHE ALL'APPELLO DEL RIFORMISTA

Giovani iraniani
Amici, grazie per la vostra iniziativa politica e umanitaria aderiamo con enorme piacere alla vostra iniziativa di opposizione contro la presenza del presidente del regime teocratico dei mullah iraniani. Condividiamo le vostre preoccupazioni che sono anche quelle nostre. Non bisogna dare voce al carnefice del popolo iraniano. Invece bisogna fare una scelta di campo e allearsi con le aspirazioni del popolo iraniano che non sono altro che la libertà e la democrazia in Iran.
Karimi Azar
Presidente Associazione Giovani Iraniani in Italia

Donne iraniane
L’Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia aderisce all’appello del Riformista sull’arrivo del presidente dei mullah in Italia, e sulla violazione dei diritti umani in Iran, dove in particolare sono violati i diritti delle donne sottoposte a una doppia discriminazione. Nelle carceri iraniane si trovano migliaia e migliaia di donne vittime del regime teocratico che non godono di nessun diritto e vengono giustiziate nei modi più brutali possibili. Ci sono almeno 10 donne in attesa di essere lapidate. Noi accogliamo positivamente l’iniziativa del giornale Riformista e partecipiamo attivamente alla protesta contro la presenza del passdar Ahmadinejad a Roma chiedendo ai responsabili politici e governativi italiani di rifiutare qualsiasi contatto con questo uomo famoso per essere «uomo di mille colpi di grazia».
S. Shahrzad
Presidente Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia

Craxi e la memoria
L’appello pubblicato dal Riformista non può che incontrare il mio favore. I tre punti enunciati dal quotidiano di Antonio Polito non possono che suscitare l’attenzione di quanti da anni compiono mille sforzi per un significativo miglioramento del processo di stabilizzazione internazionale. Occorre in particolare, e in ogni sede, stigmatizzare qualsiasi enunciazione diretta a negare la tragedia storica della Shoah, e a negare il diritto di Israele a vivere in pace con i propri vicini e in sicurezza entro i confini di uno stato ben definiti. Non posso che ricordare, e nuovamente apprezzare, quanto ripetuto solo pochi giorni fa dal nostro presidente della repubblica, relativamente alla tragedia dell’Olocausto: «Trasmettere, da una generazione all’altra, la memoria del nostro passato non è un rito che si tramanda». Al contrario, è un dovere che tutti abbiamo il compito di adempiere.
Stefania Craxi
Sottosegretario agli Esteri

Boniver contro il regime
Aderisco con grande convinzione all’appello lanciato dal Riformista, in occasione della visita del presidente iraniano Ahmadinejad. Il regime iraniano attua quotidianamente le più abominevoli violazioni delle libertà fondamentali dei suoi cittadini, reprime ogni dissenso con lunghi anni di carcere, ha ripristinato la lapidazione e le impiccagioni sulla pubblica piazza e non esita a processare ed a condannare a morte minori e omosessuali. Per tutto questo a nulla sono valse finora il periodico dialogo tra l’Ue e Teheran sulla questione dei diritti umani Ahmadinejad, inoltre, usa il brutale linguaggio della negazione della Shoah e dell’esistenza dello Stato d’Israele per rafforzarsi all’interno di una dialettica politica che lo vede indebolito a causa la strisciante crisi economica.
Margherita Boniver
Deputata Pdl

Prospettiva Nierenstein
È proprio vero, come dice nel suo lodevole manifesto il Riformista, che l’Italia deve farsi sentire per protestare contro la presenza del Presidente iraniano sul suo suolo. Ahmadinejad rappresenta tutto ciò che oggi nel mondo si oppone ad una prospettiva di pace: l’odio integralista e la gestione imperialistica delle organizzazioni terroristiche come gli Hezbollah e Hamas, l’odio antisemita e genocidi contro Israele, la negazione dell’olocausto oltre che la minaccia islamica sostanziata dalla costruzione aggressiva delle centrali atomiche che mirano alle bombe. Il con testamento di noi italiani gli segnalerà che consideriamo il suo comportamento un pericolo incombente per il mondo intero e la somma della politica dell’odio che non vogliamo che i nostri figli abbiano mai ad imparare.
Fiamma Nierenstein

Vicepresidente Commissione Affari Esteri della Camera


“Scorretto” Della Vedova
Aderisco all’appello del Riformista. Condivido i tre punti su cui invitate, lodevolmente, a controllare e contenere le mosse del regime di Teheran: l’ingerenza politico-militare iraniana sullo scenario mediorientale; la bomba atomica; il negazionismo sulla Shoah. Per essere più “politicamente scorretto” allego tre ragioni per cui ritengo che la vigilanza da te richiesta sia oggi, in Europa e in Italia, quanto mai necessaria. 1) In Libano, le diplomazie europee stanno dimostrando calma e pazienza e fanno bene. Ma il confine tra la pazienza e l’appeasement è labile e non occorre perderlo di vista. 2) La bomba di Ahmadinejad è inammissibile non tanto perché è una bomba, ma essenzialmente perché è di Ahmadinejad. Visto che non manca chi già vuole e, con grande zelo, in futuro vorrà paragonare il nucleare israeliano a quello iraniano, meglio sapere in anticipo come rispondere. 3) Sulla Shoah, il problema non è di puntiglio e neppure, solo, di verità. Negare la Shoah di ieri è il modo migliore per negare l’Israele di oggi e le sempre incombenti Shoah di domani. Questo l’Italia e l’Europa non lo possono consentire neppure dal punto di vista simbolico. Per non doversi vergognare, in futuro, anche di questo.
Benedetto Della Vedova
Deputato Pdl

Cicchitto e l’estremismo
Aderisco all’appello del Riformista. Amadinejad dà espressione compiuta all’estremismo fondamentalista maturato nel mondo islamico. Sappiamo che, malgrado tutto, c’è un pluralismo oppresso nella società e nello stato iraniani. Le nostre linee guida, oggi, come ieri, come domani, sono la piena solidarietà con Israele, la ricerca di intese di pace con i paesi arabi moderati, la netta contrapposizione al fondamentalismo islamico nelle sue molteplici forme e forze politiche.
Fabrizio Cicchitto
Presidente del gruppo Pdl alla Camera

ADESIONE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI FRANCO FRATTINI
Caro direttore, desidero manifestare la mia convinta condivisione politica, non consentendomi le mie funzioni istituzionali di aderire formalmente, dei contenuti dell’appello del Riformista riguardante la presenza in Italia nei prossimi giorni del presidente della repubblica islamica dell’Iran per partecipare alla conferenza della Fao sulla sicurezza alimentare. In particolare, esprimo il mio sostegno alla stigmatizzazione di ogni dichiarazione diretta a porre in discussione il diritto all’esistenza di Israele e di ogni affermazione volta a negare la realtà storica della Shoah.L’Italia continuerà a perseguire, congiuntamente con i principali partner internazionali, una linea di fermezza e di trasparenza riguardo al programma nucleare iraniano, e al contempo ad appoggiare l’impegno negoziale posto in essere dall’Unione europea e dall’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Javier Solana.

ADESIONE DELL'ON. PIERO FASINO DEL PD
Caro direttore, apprezzo l’appello del Riformista. Chiunque si batta per dare al lungo conflitto israelo-palestinese una soluzione fondata sul principio “due popoli, due Stati”, non può che essere esplicito e netto nel rifiutare qualsiasi forma di negazione della Shoah, dello Stato di Israele e del suo diritto ad esistere senza paura dei suoi vicini.Così come ottenere dalle autorità iraniane la rinuncia al nucleare militare e la piena disponibilità a cooperare con l’Aiea è essenziale per una più sicura stabilità internazionale.Proprio nel momento in cui viene dal Libano un messaggio di speranza, abbiamo tutti il dovere morale e politico di fare la nostra parte per dare al Medio Oriente una pace stabile, duratura e condivisa. Con amicizia.

ADESIONE DI RICCARDO PACIFICI


Caro Direttore,
voglio esprimerti i miei e nostri complimenti per la splendida iniziativa di oggi sul tuo giornale, in merito all’appello/denuncia del pericolo del tiranno Ahmdinejad.
Conta sul nostro sostegno per ogni iniziativa e mobilitazione nella nostra città, affinché il presidente iraniano possa sentire la nostra voce e la voce del dissenso, in difesa prima di tutto della libertà del popolo iraniano oppresso da una tirannia fanatica che priva i cittadini del suo paese di ogni libertà, a cominciare da quella delle donne e degli oppositori politici, nonché di coloro che esprimono una diversità sessuale.
Spero si possa promuovere una “Maratona Oratoria” per e non contro a testimonianza della libertà di cui godono i cittadini europei a differenza dei nostri concittadini iraniani.
Una “Maratona Oratoria” a difesa della minaccia che incombe sulle nostre teste, a Roma, a Madrid a Parigi, qualora l’Iran si possa dotare di armi nucleari.
Coraggio direttore, vai vanti cosi.
Riccardo Pacifici
ADESIONE DELL'UNIONE GIOVANI EBREI D'ITALIA

Gentile Direttore,
l'Unione Giovani Ebrei d'Italia, nell'aderire al suo appello, ribadisce la sua vicinanza ai numerosi studenti iraniani, che rischiando quotidianamente la propria vita, si battono per la libertà e la democrazia nel loro Paese. Inoltre, auspichiamo, che il Sindaco di Roma accolga la proposta di Emanuele Ottolenghi di ribattezzare il numero civico di Via Nomentana 361 con il nome del leader studentesco Ali Nikou-Nesbati, "colpevole" di aver criticato pubblicamente un recente discorso del Presidente Iraniano Ahmadinejad e per questo condannato ingiustamente a cinque mesi di prigionia.
Un simile e piccolo gesto potrebbe essere tanto significativo per quei milioni di Iraniani che vivono sotto il giogo di una feroce dittatura.
Daniele Nahum , Presidente Unione Giovani Ebrei d'Italia

ADESIONE DELL'ON. GIANNI VERNETTI ALL'APPELLO LANCIATO DAL RIFORMISTA

Caro Direttore,
aderisco convintamente all'appello promosso dal Riformista circa la presenza del Presidente della repubblica Islamica dell'Iran Mahmod Ahmadinejad alla conferenza della FAO sulla sicurezza alimentare.
Nei miei due anni da Sottosegretario agli Affari Esteri dello scorso governo ho potuto quasi quotidianamente verificare il pericolo rappresentato dal regime iraniano per la sicurezza e la stabilità internazionale.
L'Iran di Ahmadinejad è un paese che sta perseguendo al di fuori della legalità internazionale un programma di sviluppo del nucleare per scopi bellici contemporanemante allo sviluppo di missili basilistici di lunga gittata.
L'Iran esporta terrore nell'intera regione del Medio Oriente con il sostegno economico, logistico e militare ad Hezbollah in Libano, ad Hamas nella striscia di Gaza, all'armata del Mahdi di Moqtada al Sadr in Iraq.
Nella regione occidentale dell'Afghanistan dove sono impegnati i militari italiani, giungono quasi quotidianamente notizie di un crescente sostegno iraniano ad alcune formazioni talebane operanti nella zona.
L'Iran è stato uno dei più fieri oppositori alle Nazioni Unite della Risoluzione per la Moratoria Universale sulla Pena di morte promossa lo scorso dicembre dall'italia e in iran dal giorno in cui è stata votata la moratoria sono proseguito a ritmo incessante decine di esecuzioni sommarie di giornalisti, oppositori, omosessuali, esponenti delle minoranze etniche e religiose.
In Iran vengono violato in modo massiccio i più fondamentali diritti umani e la tortura è uno strumento praticato in tutte le carcei del paese.
Infine l'Iran, per bocca del suo Presidente ha ripetutamente rivolto appelli per "cancellare Israele dalla carta geografica", ha in decine di occasioni pubbliche negato la Shoah, e ha fatto di una costante retorica antisemita il proprio tratto distintivo.
Per tutti questi motivi Mahmoud Ahmadinejad è da considerarsi una persona non grata nel nostro paese.
Gianni Vernetti, Deputato del PD

APPELLO DEL RIFORMISTA SUL VIAGGIO DEL PASSDAR TERRORISTA AHMADINEJAD IN ITALIA

Ahmadinejad vattene via!




In occasione della prevista visita in Italia del presidente della Repubblica Islamica dell’Iran Ahmadinejad, atteso a Roma tra il 3 e il 5 di giugno per la Conferenza della Fao dedicata alla “Sicurezza Alimentare”, i firmatari del presente appello promosso dal quotidiano il Riformista ribadiscono:
1) La contrarietà ad ogni forma di ingerenza negli affari interni degli stati del Vicino Oriente e di sostegno alle attività di gruppi armati che ostacolano l’attuazione di soluzioni pacifiche e consensuali in Libano e l’evolversi del processo di pace tra israeliani e palestinesi basato sul principio “due popoli, due stati”.2) La necessità di impedire ogni ipotesi di sviluppo del nucleare a fini bellici che possa innescare una corsa agli armamenti in Medio Oriente. A questo fine i firmatari sostengono il perseguimento di una linea risoluta e coerente, sostenendo tutte le decisioni che il Consiglio di Sicurezza e l’Unione europea assumeranno per ottenere piena trasparenza e di collaborazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica.3) Il ripudio di ogni affermazione o azione volta a negare la Shoah come fatto storico, a contestare il diritto all’esistenza dello Stato d’Israele o a chiederne la distruzione.Su questi punti confermiamo il nostro impegno, fermo restando il rispetto per la sovranità della Repubblica Islamica dell’Iran, i sentimenti di amicizia per il popolo iraniano e l’auspicio che lo spazio di dialogo tra il governo iraniano e la comunità internazionale possa allargarsi e contribuire alla pacificazione della regione mediorientale

per aderire iran@ilriformista.it
Facciamoci sentire quando viene Mahmud
In piazza per la libertà

Nel braccio della morte delle prigioni della Repubblica Islamica dell’Iran ci sono cento ragazzi che aspettano il boia. Ieri abbiamo lanciato un appello per fissare alcuni principi minimi che devono guidare i rapporti che il nostro paese intrattiene con l’Iran. E in primis con il suo presidente che tra una settimana arriverà a Roma per un vertice della Fao. Oggi quell’appello - che dopo le prime firme di Franco Frattini e Piero Fassino ha richiamato un fiume di adesioni di cui diamo conto a pagina 2 - assume con la coraggiosa denuncia che raccogliamo a Teheran una intonazione più drammatica. E richiede un impegno più preciso.
28/05/2008

AHMADINJEAD A ROMA TRA PROTESTE E MANCATE DISPONIBILITA' DI INCONTRI







In Iran esiste un proverbio molto popolare che si usa spesso per le persone arroganti e rifiutati dalla società: secondo questo proverbio " un tizio a cui era stato proibito di entrare in città, chiedeva sempre l'indirizzo della casa del sindaco!!!" Nel senso che non lo facevano entrare in città eppure insisteva ad andare ad alloggiare a casa del sindaco!
Oggi il caso del Passdar presidente Ahmadinejad rispecchia esattamente il caso di quel tizio. Già che l'hanno dato il visto per entrare in Italia è più che troppo. L'hanno fatto perché la sede della FAO è extraterritoriale esattamente come la sede dell'ONU a New York. Dicevo che già non lo volevano far entrare in Italia per una serie di giuste motivazioni tra cui la sua famosa dichiarazione sull'eliminazione "dell'Israele dalla faccia della terra", il rifiuto delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU sull' arricchimento dell'uranio(elemento fondamentale per la costruzione della bomba atomica), sponsor fondamentale del terrorismo internazionale, di cui le sue vittime si notano in tutte le nazioni civili in particolare occidentali: i soldati americani e italiani caduti in Iraq e in Afghanistan sono stati uccisi con le bombe made in Iran di Ahmadinejad( rapporto di un anno fa dei servizi di sicurezza italiani). Comunque, Ahmadinejad nonostante abbia trovato tutte le porte italiane chiuse chiede ancora di andare al Palazzo Chigi e al Vaticano per "alloggiare a casa del Sindaco"!
Naturalmente questa arroganza nasce anche dalla debolezza politica dei partner europei che essendo dei primi interlocutori economici cercano di chiudere sempre uno occhio sul terrorismo iraniano portando avanti una politica di accondiscendenza che, come ai tempi di Hitler, non ha provocato altro che l'accanimento e l'mpennamento della aggressivita del Furor portando il mondo intero alla seconda guerra mondiale.
Purtroppo alcuni ambienti politici di oggi guardano agli interessi di medio e breve raggio trascurando quelli di lungo raggio. Basta che fiche sono al potere non cascare nei guai di vari tipo. Poi, dopo, chi verra verra e ...
In questa missiva vorrei rivolgermi anche ai nostri rappresentanti parlamentari chiedendo il loro intervento presso la Camera dei rappresentanti per contestare la presenza di Ahmadinejad sul territorio italiano presentando delle interrogazioni al ministero degli esteri Franco Frattini che io personalmente ringrazio per le sue prese di posizioni sulla politica atomica iraniana.
Concludo e ribadisco che il mostro di Teheran non si calmerà con dei pacchi incentivi anzi diventa più pericoloso e più aggressivo. La risposta è la fermezza, la prontezza e la determinazione. La politica di accondiscendenza oramai è fallita ed è destinato a finire nella pattumiera della storia insieme ai suoi autori. Chiedo alle forze politiche di protestare contro la presenza di Ahmadinejad a Roma, chiedendo intanto al governo del presidente Berlusconi di non rilasciargli il visto di ingresso. La fermezza è uno scudo di protezione di sicurezza senza la quale siamo come un corpo senza le difese immunologiche: vulnerabile a qualsiasi tentativo di contaminazione in particolare quella del fondamentalismo islamico già molto diffuso in Italia.
L'Associazione rifugiati politici iraniani in Italia desidera esprimere al Presidente Berlusconi e al suo ministro degli esteri Sig. Frattini il pieno appoggio al loro governo per aver rifiutato di avere colloqui formali e diplomatici come aveva chiesto Ahmadinejad stesso. A Roma Ahmadinejad deve ricevere una dura lezione. Deve capire che oramai è finita l'era del prodismo, quando Roma era crocevia dei suoi uomini in cerca di acquistare materiali sensibili per la costruzione della bomba atomica.
Karimi davood, analista politico e presidente Associazione rifugiati politici iraniani in Italia

martedì 27 maggio 2008

IRAN CHIEDE ALL'ITALIA IL SILENZIO!

la notizia e il commento:

2008-05-26 21:52
NUCLEARE: IRAN CONDANNA L'AMICA ITALIA, POSIZIONI ILLOGICHE
di Alberto Zanconato TEHERAN - L'Iran è tornato a criticare la linea di fermezza, favorevole alle sanzioni contro il programma nucleare della Repubblica islamica, espressa dal ministro degli Esteri Franco Frattini. "Alcuni Paesi europei mostrano reazioni negative e illogiche", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Mohammad Ali Hosseini. "Ci aspettiamo reazioni logiche dai Paesi europei, e specialmente da Paesi amici come l'Italia", ha aggiunto Hosseini...
Commento: Il regime iraniano non ha ancora capito che in Italia il governo è stato cambiato e non c'è più il governo del centro sinistra. Il nuovo governo è gestito dal presidente Berlusconi di cui il suo ministro degli estero On. Franco Frattini ha preso una dura posizione contro il progetto atomico militare esprimendosi per un 'asprimento delle sanzioni contro il regime dei mullah.
Subito dopo la diffusione delle dichiarazione del ministro degli esteri italiano ho espresso la nostra piena soddisfazione chiedendo di affiancare le sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU con un fermo e deciso sostegno al popolo iraniano e alla sua resistenza iraniana. Nei miei precedenti articoli sempre ho sostenuto che contro le ambizioni atomiche dei mullah iraniani non bastano solamente le sanzioni. Si le sanzioni sono buone e giuste e sostenute dal popolo iraniano. Ma devono essere accompagnati anche da un sostegno politico alla popolazione e alla sua resistenza. Bisogna sapere quali sono gli obiettivi delle sanzioni? Se l'obiettivo è chiaro allora automaticamente ci si arriva al mio discorso. Le sanzioni da soli non conducono al obiettivo desiderato. Possono rallentare i progetti dei mullah ma non possono fermarli. In ogni caso anche gli stessi dirigenti dei mullah hanno dichiarato che vanno avanti lo stesso. La stessa relazione dell'Agenzia per l'Energia Atomica dell'ONU ha rivelato che nonostante le tre risoluzioni e le sanzioni il regime iraniano ha ammodernato e installato nuove centrifughe dell'ultima generazione capaci di arricchire l'uranio con più facilita e velocità. La domanda è questo? perche tanta fretta e tanti rischi da parte dei mullah? Vale la pena di rischiare una forte e devastatrice guerra solo per arrivare alla energia nucleare pacifica? la risposta è no. assolutamente no. l'obiettivo è un'altra cosa . l'obiettivo è arrivare alla bomba atomica e nulla di meno. La bomba atomica è "la garanzia per la sopravvivenza della repubblica islamica iraniana". Ecco perché il regime è disposto ad arrivare anche ad una guerra senza prospettive buone con la comunità internazionale. Ma dal momento che il regime si trova in un vicolo cieco non ha altre alternative e deve seguire questo unico binario con un treno" senza freni e senza marcia indietro". lo ha sostenuto lo stesso presidente passdar Ahmadienjad.
Ancora una volta ringrazio il governo italiano per le sue posizioni e esprimo la gratitudine della comunità iraniana per tali posizioni e chiedo di andare oltre e prendere la coraggiosa iniziativa a favore della popolazione iraniana lanciare la campagna per la rimozione del nome della resistenza iraniana come ha chiesto la Corte d'Appello di Londra il 7 maggio .
Il sostegno alla popolazione iraniana+ le dure sanzioni= alla vittoria sul fondamentalismo islamico iraniano che è la vera e reale minaccia del terzo millennio.
Alla fine mi auguro che il governo italiano rifiuti di incontrare a Roma durante i lavori della FAO che cominciano il 3 giugno e addirittura negi l'ingresso in Italia del presidente passdar Ahmadinejad che è il vero carnefice, sia del popolo iraniano che dei soldati italiani caduti in Iraq.
karimi davood, analista politico

lunedì 26 maggio 2008

IRAN: UN'ALTRA DONNA CONDANNATA A MORTE


nella foto: una donna picchiata a sangue dai passdaran di khomeini per aver lasciato fuori alcuni ciuffi di capelli

Secondo quanto ha scritto ieri il quotidiano governativo Etemad, la Corte penale di Teheran, sezione 71, ha condannato alla legge del taglione, una donna di nome Zeinab di trent'anni, accusata di aver ucciso il marito tossicomane e violento che la picchiava costantemente e la usava come la domestica. La legge del taglione è pari alla morte.
La storia: 4 anni fa, in una povera famiglia, i genitori di Zeinab decidono di dare in sposa la loro figlia 26 enne ad un uomo di 36 anni, tossicomane e spacciatore di droga. La famiglia non aveva più la possibilità di mantenere economicamente la figlia. Esattamente come il caso di Kobra per cui il dott. Aldo Forbice fece una grande campagna di sensibilizzazione nel programma radiofonico di Zapping, riuscendo a convincere le autorità giudiziarie iraniane a sospendere l'esecuzione della condanna a morte di Kobra Rahmanpour che aveva molte analogie con il caso di Zeinab.
Durante il processo Zeinab, tra lacrime e gridi di dolore, ha raccontato che fin dal primo giorno il marito la picchiava in ogni occasione e la usava come la domestica trascurandola anche dal punto di vista affettiva. Il marito aveva una sua stanza in cui usava la droga e guardava i suoi film porno. Ad ogni protesta il marito la bombardava di calci e pugni e minacce a morte.
Il giudice a questo punto ha chiesto alla donna perché non si sarebbe scappata di casa. Lei ha risposto:" una volta sono andata via e mi sono rifugiata a casa dei miei. Ma mia madre mi ha cacciato di casa dicendomi che oramai a casa sua non ce più posto per lei e cosi sono stata costretta a tornare a casa di mio marito che si divideva le stanze con i suoi genitori. Dopo il mio ritorno mio marito è diventato ancora più violento e mi picchiava costantemente. Una sera, quando è tornato a casa, gli ho chiesto perché tornava sempre tardi e perché mi avrebbe sempre trascura?. Lui mi ha risposto con i calci e pugni e poi si è rifugiato nella sua stanza per fumare l'oppio e guardare i suoi film!. A questo punto sono entrata anche io e ho protestalo. A questo punto lui mi ha tirato addosso un pugnale e mi ha seguito nella nostra stanza e ha cominciato a picchiarmi. Per difendermi ho preso in mano una chiave francese che tenevo sotto il cuscino e ho cominciato a colpirlo sulla testa. e cosi l'ho ucciso. Ma senza volerlo. volevo solo difendermi dalla sua aggressione." Dopo di lei i genitori del marito hanno preso la parola chiedendo la "legge del taglione" per la nuora. Dopo i genitori della vittima, ha preso la parola l'avvocato della donna che in una serie di documenti presentati ai giudici ha dimostrato il passato da spacciatore del marito e le testimonianze dei vicini sulle grida della donna quando veniva aggredita e picchiata dal marito.
Dopo l'arringa del difensore della donna, il giudice rivolgendosi a Zeinab le ha chiesto:" se i genitori del suo marito volessero chiedere il prezzo del sangue del loro figlio, lei può provvedere al pagamento del "DIE", il prezzo del sangue? La signora Zeinab tra le lacrime ha detto: " non possiedo ne denaro ne parenti che mi possano aiutare".
Dopo la fine del dibattimento, la giuria è entrata in camera del consiglio e ha deciso la pena di morte per la povera donna.
Questo è la storia di una donna, nata e vissuta nella repubblica islamica iraniana. Un paio di mesi fa, in un simile caso, il regime dei mullah ha stretto al collo di una povera donna, già mamma di due piccole figlie di 9 e 4 anni, tutto il suo odio che nutre nei confronti della DONNA. Nella repubblica dei mullah, tutti i diritti civili e penali sono basati sulla discriminazione sessuale della donna: vale la metà dell'uomo, diritto alla eredità pari alla meta dell'uomo, non può presenziarsi ai funerali del padre senza il consenso del marito ecc... Elenco delle discriminazioni femminili è molto lungo.
Mi fermo qui e chiedo a chi legge questa notizia di prendere carta e penna oppure scrivere un email di protesta ai parlamentari, ai politici oppure l'ambasciata iraniana a Roma esprimendo tutto il suo dolore e rincrescimento nei confronti di queste sentenze che non tengono conto ne delle condizioni in cui avvengono tali delitti e ne dei figli a carico di queste donne che di solito dopo l'uccisione della madre diventano doppio orfani.
Il messaggio del fondamentalismo islamico è MISOGINIA. E' la sua pecularietà fondamentale. Senza la quale il fondamentalismo islamico non può esistere. La violenza, il terrorismo, l'odio, guerra sono alcune esempi simbolici del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista.
karimi davood

domenica 25 maggio 2008

LIBANO: IL GENERALE MICHEL SULEIMAN E' STATO ELETTO IL DODICESIMO PRESIDENTE




Notizia: Libano, Michel Suleiman eletto presidente

Michel Suleiman
Il generale cristiano maronita Michel Suleiman è stato eletto oggi pomeriggio dal parlamento nuovo presidente del Libano. Lo ha mostrato in diretta la televisione privata libanese Lbc.

Il commento: ho appena visto via satellite e in diretta, attraverso la TV della resistenza iraniana, l'elezione del presidente del Libano: con 118 voti il generale dell'esercito Michel Suleiman che per lunghi anni è stato capo delle forze armate è riuscito finalmente ad uscire dalle urne del parlamento libanese. Suleiman è un uomo su cui si sono coagulate un ampio consenso attraverso la mediazione del mondo occidentale e arabo: è un generale di fede maronita e con un curriculum di rispetto sia in campo militare che politico. L'elezione di Suleiman è la parte finale di una lunga serie di consultazioni internazionali ed elezioni multiple fallite al parlamento libanese.
Ora vorrei analizzare le vie che lui potrebbe seguire per portare l'ordine in questo martoriato paese già colpito duramente dalle interferenze straniere in particolare quelle iraniane e siriane.
In particolare vorrei puntare sul dito sulla parte più importante nella scacchiera interna: Hezbollah . Un'organizzazioni che secondo me è manus lungus del regime dei mullah in Libano con un diritto di veto nel prossimo governo. La domanda è questa: che cosa può fare il presidente Suleiman per portare sul binario giusto questo paese già colpito duramente dal tumore maligno del fondamentalismo? la risposta è semplice. Nulla. Lui farà la fine di quel portantino che lavorando in un ospedale porterà una volta sul lettino è una volta sulla carrozzella il suo malato da un reparto all'altro nella speranza di poter gestire la malattia del suo paziente. Finché nella società libanese vive un consistente numero degli uomini, chiamati Hezbollah, armati fino ai denti e al comando diretto dei mullah, nulla possiamo pretendere in buono. Sfido chiunque possa contraddirmi. La società libanese grazie alla multeplicità delle interferenze straniere è diventata talmente complessa che gestirla in uno stato normale richiede una grande fatica e sacrifici. Nulla sarà garantita senza il consenso dei mullah iraniani che gestiscono gli Hezbollah. Vivrà in uno stato esplosivo costante. Per gestirla non bastano nemmeno avere 10000 presidenti tipo Suleiman. Non esagero. Dico la verità. Riconosco il ruolo degli iraniani e l'obiettivo per cui hanno dato vita alla formazione dell'Hezbollah. La guerra di 33 giorni del Libano ha dimostrato e evidenziato manus lungus di Khomeini e della sua maligna ideologia fanatica. L'Iran ha formato ideologicamente, secondo alcuni analisti militari, almeno 20000 donne e uomini kamikaze disposti a mollarsi da un momento all'altro appena ricevuti il segnale da Teheran. Il presidente Suleiman se vuole governare in santa pace deve accettare le condizioni iraniane dettate attraverso i ministri Hezbollah. Conoscendo il generale e il suo passato non credo che sia disposto ad inclinare la testa di fronte al mullah Nassrallah. Allora? Avrà un governo che assomiglierà ad una bomba ad orologeria che esploderà appena qualcuno scatterà la miccia.
I miei migliori auguri al neo presidente libanese Suleiman. Mi auguro che il suo Libano possa resistere alle interferenze iraniane e possa reagire positivamente alle cure anti fondamentaliste islamiche che la societa internazionale cerca di iniettare al suo corpo. Ho visto anche il ministro Frattini insieme al ministro degli esteri francese Kuchner nella prima fila del parlamento libanese.
Grazie all'attivismo del governo del presidente Berlusconi, l'Italia sta riprendendo il suo ruolo di primo piano che aveva perso con il governo del Ayattolmullah Prodi di cui il suo ministro degli esteri, D'Alema fu diventato punto di riferimento sia per i Hezbollah che per i mullah iraniani.
Con la caduta del governo degli Ayattolmullah Prodi- D'Alema, Teheran ha perso, dopo Chirac , uno dei suoi migliori sponsor europei.
karimi davood, analista politico iraniano

IL TERRORISMO IRANIANO IN IRAQ HA COLPITO DURAMENTE I SOLDATI DELLA REGINA MADRE D'INGHILTERRA


IRAQ: "IRAN HA PAGATO INSORTI PER UCCIDERE SOLDATI BRITANNICI"
Lo afferma un documento governativo britannico
APCOM


Roma, 25 mag. (Apcom) - L'Iran ha pagato ali insorti iracheni ingenti somme di denaro per uccidere i soldati britannici. Lo rivelano documenti governativi britannici ottenuti dal quotidiano 'The Telegraph'.
Un rapporto confidenziale scritto da un ufficiale britannico che ha prestato servizio a Bassora tra la fine del 2006 e l'inizio del 2007 - uno dei momenti più caldi del conflitto - indica per la prima volta il pieno coinvolgimento dell'Iran nelle attività di guerriglia in Iraq.
Secondo il documento, l'esercito del Mahdi - uno dei gruppi più violenti in azione a Bassora - avrebbe utilizzato i fondi stanziati dall'Iran (centinaia di migliaia di dollari) per reclutare giovani disoccupati, pagati fino a 300 dollari al mese, con lo scopo di attaccare i soldati britannici.
Il rapporto si intitola "La vita sotto il fuoco nell'Old State Building'" (questo il nome della base britannica nel centro di Bassora), che ha subito 350 attacchi tra il novembre 2006 e il marzo 2007.
Commento: il terrorismo e l'interferenza iraniana in Iraq fa parte della strategia di espulsione forzata delle forze occupanti straniere e nulla potrà mai ostacolare oppure convincere i mullah iraniani a desistere dalle loro interferenze terroristiche. La stabilizzazione e la democratizzazione dell'Iraq sono una miscela esplosiva e micidiale per il regime di Teheran. Fin dal primo giorno dell'occupazione irachena, la forza terroristica iraniana cioè la Sepah Passdaran ha preso nelle sue mani l'intera facendo irachena sguinzagliando le due grosse organizzazioni irachene che sono sulla busta paga dei mullah Iraniani( rivolgersi alle rivelazioni pubblicate dal settimanale Panorama firmate dal dott. Aldo Forbice: 32 000 iracheni sulla busta paga iraniana). Il primo, si chiama Majlese Alaye Iraq e il secondo Sepahe Badr. Entrambe le organizzazioni hanno vissuto per quasi trentanni in Iran e istruite e addestrate militarmente dalla Sepah Passdaran. I loro uomini si sono riusciti ad entrare in tutte le istituzioni e organismi statali: parlamento, governo, forze armate, servizi segreti, comuni, università ecc... scatenando una forte violenza contro la popolazione in particolare quella femminile. L'interferenza iraniana segue due specifici obiettivi in Iraq: il primo è quello di costringere con la forza del terrorismo tutte le forze straniere in particolare quelli americani ad abbandonare il territorio iracheno allontanando l'incubo dell'invasione americana in Iran. Il secondo è quello di annientare fisicamente la resistenza iraniana che da quasi 25 anni risiede nel campo di Ashraf vicino ai confini iraniani. Per il momento nonostante un uso costante di violenza e di terrorismo, i mullah iraniani non sono riusciti ad avvicinarsi ai loro obiettivi anzi secondo me, grazie alla volontà della popolazione e ai contributi offerti dalla resistenza iraniana, la società civile irachena è riuscito a smascherare il vero volto del regime dei mullah e dei loro sicari iracheni. La formazione dei consigli di Risveglio in tutte le province è un segno tangibile di questa realtà. Sappiamo che fino all'anno scorso gli stessi membri di questi consigli si opponevano anche con l'uso della violenza contro gli occupanti americani. Oggi lottano fianco a fianco contro il terrorismo dei mullah. Un altro segno assai vitale e di importanza strategica dell'opposizione irachena al regime dei mullah è la forte coalizione formatasi tra varie forze democratiche e nazionaliste anti fondamentaliste e la resistenza iraniana: in una straordinaria iniziativa quasi 5 milioni e due cento mila iracheni( 5.200.000), hanno firmato una petizione a favore della resistenza iraniana in particolare i Mojahedin del Popolo, chiedendo il riconoscimento del loro statuto di rifugiato politico in Iraq e la rimozione del loro nome dalle liste nere americane e europee. E' stato un atto coraggioso portato avanti sotto le raffiche di mitra sparate dai sicari iraniani che ha preso molte vittime. Ma è andato avanti lo stesso. Gli iracheni avevano deciso di dare un taglio netto tra loro e il regime dei mullah. L'altro segno del fallimento della politica iraniana è stato il recente viaggio del passdar terrorista Ahmadienjad a Baghdad, accolto da una serie di manifestazioni di protesta popolari in tutte le città tanto vero che il presidente dei mullah è stato costretto ad abbandonare il paese con un giorno di anticipo e senza poter visitare le città sante come Karbala e Najaf dove era prevista un incontro con il grande Ayattolah Sistani. Nel frattempo il grande Ayattolahh aveva espresso il desiderio di non incontrare il presidente dei mullah. Un altro fallimento politico, ideologico e militare.
Concludo e ribadisco che le interferenze iraniane non finiranno mai finché esiste in Iran questo medievale e fondamentalista regime. Per Teheran la democrazia in Iraq è un incubo politico, ideologico e militare.
Il giorno prima della realizzazione e dell'insediamento della democrazia in Iraq, il popolo iraniano avrebbe sicuramente spazzato nella pattumiera della storia il padrino del terrorismo internazionale e del fondamentalismo islamico instaurando in Iran la libertà e la democrazia. Prima della realizzazione di questo scenario qualsiasi tentativo o speranza di riportare la stabilita e la democrazia in Iraq, in Afghanistan, in Palestina, in Israele, in Libano è un vano e fanciullesco sogno e miraggio.
Karimi davood, analista politico iraniano.

sabato 24 maggio 2008

AHMADINEJAD: "DOBBIAMO STRINGERE LE NOSTRE CINTURE PER L'AMMINISTRAZIONE E LA GESTIONE DEL MONDO!"


Nella vignetta Dariush, il nostro autore persiano, ha voluto puntare il dito sulla politica del terrorismo del regime dei mullah prendendo spunto dalle nuove dichiarazioni del presidente Passdar Ahmadinejad: "bisogna stringere le nostre cinture per la gestione del mondo"Il terrorismo è una delle fondamentali pilastri del regime dei mullah insieme alla bomba atomica e alla repressione interna. I famosi tre pilastri su cui regge l'intero regime di Teheran. Qualsiasi mancamento di una delle quali porta al disequilibrio del sistema clericale e la sua certa ed inevitabile caduta. Il che ci spiega bene il perchè il regime di Ahmadinejad è cosi fortemente intransigibile sulla politica dell'arricchimento dell'uranio che è la base fondamentale per la costruzione della bomba atomica islamica che dovrebbe fingere da vettura meccanica dell'esportazione del modello islamico iraniano in tutto il mondo. Le intenzioni del regime sono concentrate inizialmente nel medioriente e poi il resto del mondo. E' da questo punto di vista che si può cercare e trovare il motivo per cui è iniziata la guerra tra il regime dei mullah e il governo iracheno di allora presidente Saddam Hossein. Lo slogan storico di Khomeini: la conquista di Gerusalemme passa attraverso la città santa sciita di Karbala. Traduzione: bisogna rovesciare il regime di Saddam Hossein. Il resto è la storia. Entrambi i popoli hanno pagato un grande prezzo in termini di vite umane: milioni di morti e feriti. Questo è il fondamentalismo. Questo è il tumore maligno che ha colpito la società iraniana e continua costantemente a minacciare ad eliminare questo e quel regime dalla faccia della terra. Questo è il regime con cui i governi occidentali intrattengono delle relazioni politico-economici inserendo per la gioia dei mullah il nome della resistenza iraniana nella lista nera europea. Questo è il regime del Passdar Ahmadinejad che tra il 3 e 5 giugno prossimo verrà a Roma per partecipare alle riunioni della FAO. Ci vogliono ore e ore di tempo per elencare tutti i mali e i dati sui crimini commessi dal regime misoginico e terroristico dei mullah contro l'intera umanità. Non c'è più posto al mondo in cui le sue maligne impronte non abbiano sporcato e contagiato del suo fondamentalismo islamico.L'occasione del 3-4-5 giugno di Roma è da non perdere. Chiedo a tutte le forze politiche e sociali di esprimersi contro la presenza di Ahmadinejad dimostrando l'odio verso coloro che non hanno nessun rispetto verso la vita umana. Bisogna scendere in piazza per chiedere a coloro che organizzano tali trasferte dei criminali politici iraniani di avere rispetto sia per i morti iraniani che spagnoli, iracheni, afghani, americani, israeliani, palestinesi, ecc...Ahmadinejad è una figura assai famosa tra i prigionieri politici iraniani che negli anni 80 hanno vissuto le varie carceri iraniane. E' famoso come "uomo di mille colpi di grazia". E' stato torturatore e addetto alle interrogazioni. E' stato l'uomo più fidato del regime tanto che il Velayate Faghih, capo supremo del regime gli ha fidato la gestione del suo regime nominandolo come presidente della repubblica islamica.Concludo e ribadisco che manifestare contro la presenza del Passdar presidente Ahmadinejad è una difesa nei confronti della sicurezza nazionale italiana. Si manifesta per espellere un elemento pericoloso e non gradito.Al terrorismo iraniano bisogna dare un messaggio forte e deciso.Il nuovo ministro degli esteri Franco Frattini appena insediatosi ha preso una giusta ed ammirevole posizione. In poche parole ha detto che l'Italia unisce alle sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Nel governo precedente italiano l'aria prevalente era a favore della mullacrazia iraniana. Tanto che con la caduta del governo di Prodi io ho dichiarato che il regime dei mullah ha perso uno dei pilastri della sua diplomazia. Naturalmente dopo Chirac.
karimi davood

venerdì 23 maggio 2008

Con la mediazione dei turchi nuove trattative tra gli israeliani e i siriani

Nella foto: presidente eletta dalla resistenza iraniana la signora Maryam Rajavi, autrice della famosa proposta " terza via".



Le foto in alto: il premier israeliano Olmert e il presidente siriano Bashar Asad


La notizia di per se è una buona cosa. Spiego il perché. Come sapiamo il regime siriano è uno dei paesi fortemente sponsorizzato dal regime fondamentalista dei mullah iraniani. Il che significa che in qualche modo è un paese che è sulla busta paga iraniana. Contribuisce all'influenza iraniana nell'area mediorientale in cambio del petrolio gratis. E' da anni che tale connubio tra interessi economici (dei siriani)e strategici( dei mullah iraniani), ha permesso all'Iran di allungare le sue mani sulla Palestina e sul Libano. Se le attuali trattative sono finalizzate ad allontanare la Siria dal campo iraniano, in previsione di un imminente attacco americano ai siti atomici iraniani, bisogna sperare che gli israeliani che fino a ieri erano troppo duri a fare concessioni sulle alture di Golan, oggi sicuramente sono assai più disponibili a fare " dolorose scelte" come sostiene il premier Olmert.
Comunque vadano le cose, se queste trattative sono vere e sincere, l'intera regione ne gioverebbe e ne risentirebbe in modo positivo dalle sue conclusioni e conseguenze.
Bisogna applaudire la nascita e incoraggiare entrambi i campi per andare avanti e non fermarsi mai e mai. Anche perché in questa maniera si toglie dal campo iraniano il suo più fedele alleato: Siria. Senza la quale il regime dei mullah ha a disposizione solo due vie di accesso al Libano: via mare e via aerea. Due vie controllabili facilmente nel caso di una imminente guerra tra Iran e la comunità internazionale.
Concludendo debbo ricordare che i siriani oltre ad essere buoni commercianti sono anche assai furbi e pragmatici e questa loro disponibilità al dialogo con "il figlio bastardo degli americani" dimostra che hanno intelligentemente indovinato la direzione del vento politico in medi oriente. Gli iraniani sono in difficoltà e oramai sono diventati un amico scomodo e puzzolente. Bisogna prendere le distanze. Altrimenti la prossima guerra non risparmierà la Siria. E la Siria non vuole legare il suo destino al destino dei mullah guerrafondai e già sull'orlo di caduta nella pattumiera della storia.
Mi auguro che le trattative non si fermino. Importante che vadano avanti e non pretendere dei risultati positivi immediati. Il regime dei mullah cercherà di ostacolare questa Road-map pacifico e userà tutta la sua potenza terroristica pur costringere i siriani a retrocedere e abbandonare il tavolo delle trattative. In questo momento secondo me è assai importante che gli europei e gli americani entrino nel cerchio delle trattative. Anche perché non bastano solamente i turchi. Questa strada è una opportunità da prendere al volo e tenerlo come un oggetto prezioso. Le giuste trattative in medioriente tra gli israeliani e palestinesi e i siriani significano una croce e una pietra tombale sulla testa del fondamentalismo islamico iraniano. Bisogna allontanare ad ogni costo la Siria dall'Iran. Bisogna tagliare tutte le strade che permettono all'Iran di gettare la benzina sul fuoco e sulle tensioni del medioriente in particolare sulla questione israelo-palestinese. E' una scelta strategica senza il quale qualsiasi tentativo sia politico che militare rimarrà inefficace e superfluo.

Nella medicina prima di sottoporre il paziente ad un duro e pericoloso intervento chirurgico lo sottopongono ad una serie di analisi a volte anche dolorosi e preparazioni fisiche e morali. Ribadisco che nel caso iraniano il chirurgo è il popolo iraniano insieme alla sua resistenza. La diagnosi è stata già fatta e la prognosi pure: la rimozione del tumore maligno del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista attraverso la terza via proposta dalla signora Maryam Rajavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana.
Faccio i miei migliori auguri ai siriani, agli israeliani e ai palestinesi e perché no anche al mio popolo.
karimi davood

DOPO I DIRIGENTI BAHAII ADESSO TOCCA AI NEO CRISTIANI (EX MUSULMANI )


notizia e il commento :
Shiraz, campagna di repressione contro cristiani convertiti
Rischiano l'esecuzione capitale. Richiesta la mobilitazione generale per salvare la loro vita
L’agenzia Compass Direct denuncia una raffica di perquisizioni e arresti a metà maggio contro chiese domestiche nel sud del Paese. Obiettivo della polizia, gli ex musulmani che hanno abbandonato l’islam. Alcuni di loro sono ancora in carcere.
Teheran (AsiaNews) – A metà maggio la polizia iraniana ha attuato una serie di arresti e perquisizioni contro alcune famiglie di cristiani convertiti dall’islam nel sud del Paese . A denunciarlo è l’agenzia Compass Direct. La raffica di arresti è iniziata l’11 maggio, quando due coppie sono state prese in custodia dagli agenti mentre si imbarcavano all’aeroporto internazionale di Shiraz. I quattro - Homayon Shokohie Gholamzadeh, 48 anni, e sua moglie Fariba Nazemiyan Pur, 40; Amir Hussein Bab Anari, 25 anni, e sua moglie Fatemeh Shenasa, 25 – sono stati sottoposti a diverse ore di un interrogatorio, tutto incentrato sulla loro fede e le “attività delle loro chiese domestiche”, racconta una fonte di Compass. Le due donne sono state subito rilasciate. Anari è rimasto in carcere fino al 14 maggio, mentre Gholamzadeh è ancora detenuto.

Lo stesso giorno degli arresti all’aeroporto, la polizia ha fatto irruzione nella casa di Hamid Allaedin Hussein, 58, arrestando lui e i suoi tre figli: Fatemah, 28 anni, Muhammed Ali, 27, e Mojtaba, 21 anni. Gli agenti hanno confiscato tutti i libri, i CD e i computer trovati nell’abitazione della famiglia. Al momento, Mojtaba non è stato ancora liberato.

Due giorni dopo è stata la volta di altri due musulmani convertiti al cristianesimo: Mahmood Matin e Arash – questi i loro nomi – sono ancora in carcere.

Stime non ufficiali registrano un forte aumento tra i musulmani in Iran di conversioni al cristianesimo tra le fila delle cosiddette “chiese domestiche” protestanti. Il regime islamico iraniano considera le "religioni straniere" una minaccia alla sicurezza nazionale. Negli ultimi anni numerosi musulmani convertiti al cristianesimo sono stati giustiziati con l'accusa di "spionaggio" per l'estero. La legge iraniana prevede la pena capitale per l'apostasia, di cui si macchia chi abbandona l’islam.
Commento: La violenza teocratica del regime dei mullah adoperata costantemente contro la popolazione iraniana, oggi ha toccato, oltre i credenti della fede Bahaii, anche quelle persone che stanche di una ideologia fondamentalista e guerrafondaia, si sono rifugiati sotto la tutela di una religione che apparentemente gli avrebbe procurato più tranquillità spirituale e materiale. Una delle caratteristiche fondamentali del fondamentalismo è la sua intolleranza. Intolleranza verso tutti e tutte le cose che potessero mettere in discussione la sua esistenza maligna e micidiale. Dopo la misoginia, l'intolleranza verso il mondo intero è quella assai pericolosa perché nasce verso un mondo diverso e migliore di quello che lui avrebbe potuto offrire ai suoi discepoli. Ecco perche il fondamentalismo nutre un profondo odio verso l'occidente e verso quelle fedi che in qualche modo offrono più garanzie sulla democraticità e libertà di una vita pacifica e serena. Ecco perché entra la mattina presto come un missile impazzito e si irrompe sulla testa della povera gente che alle 7 del mattino di un mese primaverile, sta andando al lavoro per mantenere la famiglia. Per capire meglio la natura del fondamentalismo consiglio rivedere le immagini degli attentati contro i treni spagnoli di Madrid oppure la famose immagini del 11 settembre. Nell'esplosione di quelle bombe si può facilmente notare l'odio del fondamentalismo verso il mondo civile e libero. Non dimentichiamoci che questo fondamentalismo non un fenomeno venuto da altre pianete. E' il frutto della politica di accondiscendenza europea che ha consentito alla sua crescita discriminando i diritti del popolo iraniano alla libera scelta di vita inserendo la legittima resistenza della popolazione nella lista nera europea di cui gli stessi spagnoli furono i promotori di quella odiosa iniziativa. Eppure gli stessi spagnoli sono stati i primi a cadere sotto i colpi duri dell'odio del fondamentalismo. E poi è toccato ai cittadini del Regno Unito con le esplosioni nelle metropolitane e sugli autobus di una caldo estate di pochi anni fa.
L'unione Europea deve rivedere la sua politica e deve aggiustando la sua rotta chiedere scusa ufficialmente al popolo iraniano per tutti i danni arrecati alla sua legittima resistenza. Facendo cosi si può capire che l'Europa ha veramente deciso di combattere il fondamentalismo islamico di matrice khomeinista. Altrimenti facendo, questo maligno tumore resterà nel corpo dell'umanità crescendo e distruggendo ulteriormente il corpo e la mente conducendo l'intero globo ad una catastrofica guerra senza fine e senza prospettive buone. Questo non è una previsione fantascientifica è pura realtà. Sfido chiunque mi contraddica. Sono disponibile a presentarmi con documenti inconfondibili di fronte a qualsiasi sede competente oppure il tribunale.
Del fondamentalismo e i suoi sintomi e pericoli scriverò ancora
karimi davood

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO