giovedì 24 aprile 2008

CADUTA LIBERA ATOMICA DEI MULLAH

Nella foto: La signora Maryam Rajavi, autrice della proposta della "terza via"

Nella vignetta di dariush si vede benissimo la caduta libera dei dirigenti del regime dei mullah



La questione atomica, la repressione interna con 120000 persone uccise sotto la tortura, e l'interferenza terroristica dei mullah stanno diventando un argomento di primaria importanza sia sul piano interno che sul piano esterno. La gente afflitta dal caro vita e dall'instabilità quotidiana domanda spesso:" il regime dove vuole arrivare con il suo progetto atomico e fino a che punto è disposto a pagare le conseguenze di tale condotta", naturalmente sempre dalla tasca della stessa gente già colpita duramente da trentanni di violenza e di terrorismo. Lo stesso presidente Passdar ahmadinejad ha chiamato il suo progetto atomico militare " un treno senza freni e senza marcia indietro ed irreversibile". Il che significa che è disposto a pagare un carissimo prezzo sia per la sua politicia estera che per la questione atomica: perfino è disposto a giocare la sua esistenza politica e ideologica. Adesso bisogna spiegare il perchè di tutto ciò. Nei miei precedenti e innumerevoli articoli che ho scritto in merito alla questione fondamentale, cioè la costruzione della bomba atomica, ho sempre spiegato ed ho cercato di sottolineare l'importanza strategica di questa materia per il regime iraniano: "la granzia per la soppravvivenza del regime islamico" . Lo ha detto lo stesso presidente pseudo "moderato" Rafsanjani. Allora la domanda nasce spontanea. Se, il rischio di tale operazione è talmente alta che porterebbe il regime islamico alla caduta certa perchè non cambiare la strategia e scegliere un altra via meno rischiosa e vivere piu a lungo con meno rischi? La risposta è semplice. La strategia iraniana è basata sull'espansione della rivoluzione islamica, sull'estensione del suo territorio di azione. Se si ferma oggi si crolla su se stesso e marcisce in breve tempo. La vitalità iraniana è garantita nella guerra e nella violenza enel terrorismo. Ecco perchè dove c'è un atto terroristico c'è pure il nome dell'Iran. Questa è il suo DNA e il suo peso specifico. La strategia dei mullah è "la costruzione dell'impero islamico iraniano nella regione mediorientale con l'eliminazione dell'Israele". Per portare tale politica i mullah nei trentanni passati hanno speso miliradi di dollari nei finanziamenti dei gruppi terroristici quali Hamas e Hezbollah e altri minori gruppi merdionali. Fermarsi su questo punto sarebbe come togliere la colonna vertebrale ad una persona. La parte supperiore crolla sulle gambe che nel caso iraniano possono fingere il ruolo della repressione e della bomba atomica. Si crollerebbe tutto in breve tempo. Tutto cio spiega chiaramente perchè tanta insistenza sul proseguimento del programma atomico militare. Il regime dei mullah vede degli spiragli di speranza nell'avvanzamento di questa linea anche grazie alla politica di accondiscendenza europea che lo sostiene in qualche modo tenendo la resistenza iraniana nella lista delle organizzazioni terroristiche europee. Gli strateghi iraniani hanno indovinato la via di scampo solamente nella prosecuzione e nella costruzione della bomba atomica. E' come una gara di formula uno. Il pilota può anche mettere la pelle! Però la probabilita della morte non lo scoraggia di gareggiare. Comunque il gioco iraniano è ben diverso dalla formula uno. Qua la morte è al cento per cento. Ma dal momento che i mullah iraniani non hanno più la via di ritorno sono obbligati a proseguire questa strada. Specifico che sono obbligati. Qualsiasi cambio di rotta porta allo sfasciamento di trentanni di investimenti e progetti strategici. Per il mullah iraniani morire per atomica è una morte di "onore". Loro lo chiamano "martirio". Glieli auguro un immediato raggiungimento. Anche perchè il popolo iraniano è ormai stanco da tutto questo gioco senza fine che il mondo occidentale accondiscendente ha condotto fino ad oggi e che ha prodotto solamente miseria, violenza e terrorismo. Questa strada sicuramente porterà alla guerra certa e sicura e catasrofica con dimensioni internazionali. Per evitarla bisogna seguire la linea proposta dal nostro presidente della repubblica la signora Maryam Rajavi: la terza via: "non alla guerra; non alla politica di accondiscendenza; SI AL POPOLO IRANIANO PER UN CAMBIO DEMOCRATICO DEL QUADRO POLITICO ATTUALE RIPRISTINANDO LA LIBERTA' E LA DEMOCRAZIA IN IRAN e liberando l'intero mondo da un pericolosissimo tumore chiamato" il fondamentalismo islamico iraniano". Siamo al livello di metastasi. Ma ancora in tempo.


karimi davood, analista politico e presidente associazione rifugiati politici iraniani in Italia

 
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