giovedì 10 aprile 2008

ARRESTATA ATTIVISTA PER I DIRITTI DELLE DONNE


Nella foto una ragazza picchiata a sangue dai Passdaran perchè non avrebbe rispettato correttamente il codice islamico della Hijab

Nella foto: la signora Khadije Moghaddam, famosa come la madre di tutte le attiviste della campagna di un milione di firme contro le leggi discriminatorie iraniane nei confronti della popolazione femminile
Notizie Ansa
Iran: femminista arrestata
Sara' rilasciata se fara' altri nomi e dietro cauzione
(ANSA) - TEHERAN, 9 APR - Una attivista per i diritti delle donne in Iran e' stata arrestata con l'accusa di propaganda e attivita' 'contro la sicurezza nazionale'.Lo scrive oggi il sito Internet femminista 'Cambiamento per l'uguaglianza'. L'arresto di Kadijeh Moqaddame' e' avvenuto ieri. Secondo quanto riferito dalla donna ai suoi familiari, gli inquirenti le hanno detto che potra' tornare in liberta' solo dopo aver fatto i nomi di altre femministe che collaborano con lei e dietro il pagamento di un miliardo di rial.


Commento: E' da più di 4 anni che alcune associazioni femministe iraniane hanno dato la vita ad un'unica formazione sociale che si batte per i diritti delle donne in Iran chiamato appunto" la campagna di un milione di firme contro le leggi discriminatorie, tra cui la legge sul divorzio, sulla tutela dei figli dopo il divorzio, sull'eredità,". La suddetta campagna è concentrato anche contro le leggi disumane quali la legge del taglione, la lapidazione e le normi che discrminano la donne nei confronti degli uomini. Tutto sommato una formazione pacifica che ha deciso di lottare nei limiti della legge islamica dei mullah rifiutando qualsiasi azione violenta o offensiva nei confronti del sistema della repubblica islamica iraniana. Secondo le mie attendibili informazioni, i componenti di questa "campagna", costituito anche dagli uomini, ma prevalentemente dalle coraggiose donne portavano avanti una politica di non "turbamento" ma sensibilizzando la popolazione, in un'azione porta a porta, i diritti delle donne coinvolgendole nella firma di una petizione che chiedeva le stesse cose che ho appena elencato: l'abolizione delle leggi discriminatorie. Nulla di più. L'obiettivo degli organizzatori, tutti volontari, uomini e donne, della campagna era quello di arrivare ad un milione di firme da presentare al parlamento chiedendo la modifica di alcune normative che trascuravano maggiormente i diritti e la dignità della donna iraniana. Fin dal primo giorno del lavoro di questa campagna, il regime dei mullah ha considerato la sua azione e il suo operato "un offesa e un complotto contro la sicurezza nazionale". Tutte le donne e uomini arrestate in questo ambito sono state accusate di aver "complotato contro la sicurezza nazionale"! Il regime dei mullah ha capito immediatamente che il lavoro di questi volontari porterebbe porta a porta "la conoscenza e la coscienza dei diritti tra la popolazione" e "sarebbe una base pericolosa per successivi passi e eventi bellicosi della popolazione". E di conseguenza, la stessa riunione del Consiglio superiore della sicurezza nazionale presieduto dallo stesso ex presidente Khatami, all'epoca fu anche il capo dello stesso Consiglio, ha considerato l'operato di questa formazione " un'grave azione che mira a colpire le basi e l'ideologia su cui è basata la repubblica islamica iraniana". Si infatti la repubblica islamica iraniana è basato su tre colonne: la repressione, il terrorismo e la bomba atomica.
Il regime dei mullah basandosi su questa convinzione e strategia fin dal primo giorno ha adottato una politica di disturbo e di terrore nei confronti degli attiviste convocandole continuamente negli uffici del ministero dell'intelligence, minacciandole e torturandole, le offrivano soldi e posti in cambio di spionaggio contro altre attiviste identificando, con il sequestro del materiale cartacea raccolta durante il lavoro, anche coloro che hanno firmato la famosa petizione di " un milione di firme" . In poche parole ha cercato di infiltrarsi dentro la campagna cercando di distruggerla dall'interno usando anche il meccanismo degli arresti, dei processi mai celebrati e delle condanne "sospese" e meccanismi vari.
Il caso della signora, alla quale va la mia totale solidarietà, è emblematica. Fa parte di quella strategia che vi ho parlato.
Oggi, in Iran la donna è diventata, grazie a trentanni di repressione e di oppressione praticate ed imposte dai mullah, una vettura su cui pesa quasi tutta la responsabilità del prossimo cambio democratico. Sì, la vera bomba atomica del popolo iraniano è il suo grandissimo e preziosissimo tesoro che si chiama "DONNA". E' una bomba che regala tranquilità e il sonno ai suoi figli ma toglie con tanta determinazione e tempestività il sonno ai mullah. Non è casuale se oggi nella resistenza iraniana le donne hanno sorpassato con tanto orgoglio e onore gli stessi uomini che da trentanni combattevano ai loro fianchi per la libertà e la democrazia. Il simbolo di queste donne? la signora Maryam Rajavi, presidente eletta dal Consiglio Nazionale della resistenza iraniana.
In Iran, oggi, dire viva la donna significa viva la libertà e la democrazia. Questo argomento deve far riflettere le donne di tutto il mondo sollecitando la loro attenzione verso le condizioni in cui queste donne vivono e combattono quotidianamente. Bisogna che le associazioni femministe si raccolgano attorno alle richieste leggittime delle loro sorelle iraniane.
Viva il ricordo di tutte le donne che hanno sacrificato la loro vita per la democrazia e la libertà . Le donne di oggi non sarebbero diventate cosi come sono senza il loro sacrificio e il loro insegnamento.
Mi inclino umilmente di fronte al loro ricordo, alla loro grandezza di valori e di sensibilità.
karimi davood

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO