mercoledì 12 marzo 2008

USA: LASCIA AMMIRAGLIO FALLON, BOCCIO' DOTTRINA BUSH SU IRAN

CADUTO UNO DEI PIU' DURI OSTACOLI ALL'IRRIGIDIMENTO DELLA POLITICA DEL PRESIDENTE BUSH NEI CONFRONTI DEL REGIME DEI MULLAH

Nella foto: Ammiraglio William Fallon

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(AGI) - Washington, 11 mar. - Negli Stato Uniti e' caduta la testa dell'ammiraglio William Fallon, capo del Centcom, il comando centrale delle truppe Usa in Medio Oriente, che include Iraq e Afghanistan, reo, secondo la rivista 'Esquire', di aver criticato la politica della Casa Bianca sull'Iran. Ne ha dato notizia il Pentagono specificando che Fallon, in ossequio al principio che in caso di dissidio con il potere politico sono i militari a fare un passo indietro, ha chiesto e ottenuto di poter andare in congedo prima della scadenza naturale del suo mandato. "L'attuale situazione di imbarazzo e la percezione dell'opinione pubblica per le differenze tra i miei punti di vista e quelli dell'Amministrazione e il possibile danno da cio' causato hanno reso questa decisione la cosa giusta da fare", ha scritto Fallon nella lettera di ritiro secondo quanto riferito dal segretario alla Difesa Robert Gates. Secondo Gates in realta' non ci sarebbe alcuna differenza di posizione sull'Iran tra la Casa Bianca e Fallon, ma quest'ultimo sarebbe stato "male interpretato" da Esquire. A chi gli chiedeva se il congedo anticipato di Fallon significava un imminente attacco contro Teheran, Gates ha tagliato corto: "Questo e' ridicolo.
Ho accolto la richiesta dell'ammiraglio con riluttanza e rammarico".
Commento: L'allontanamento dell'ammiraglio William Fallon è una prima conseguenza della terza risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU sul programma atomica militare del regime dei mullah. In poche parole Fallon è stato la prima vittima di questa giusta ma insufficiente iniziativa internazionale. Allo stesso tempo è anche una prima reazione dell'amministrazione Bush nei confronti del rapporto della NIE, 16 organismi di sicurezza americana, sul programma atomica dei mullah, in cui affermava l'abbandono del programma della costruzione della bomba atomica da parte del regime di Khomeini nel 2003. L'Amministrazione Bush, al tempo della diffusione del rapporto non ebbe un giusto e meritevole attegiamento. Ha avuto un comportamento di sorpresa e di incredulità. E' stato un duro colpo elettorale da parte degli ambienti di sicurezza che patteggiano per i democratici e per i mullah iraniani. E' stata una mossa di sorpresa che ha paralizzato l'intera macchina militare americana che andava preparandosi per una azione di sorpresa contro i piani atomici militari iraniani. Ma, con passare del tempo la verità è venuta a galla e ha smascherato in qualchemodo la retroscena del rapporto della NIE. Poche settimane fa,lo stesso direttore di questa agenzia ha dichiarato pubblicamente che il rapporto non conferma il difinitivo abbandono della costruzione della bomba atomica. Pochi giorni prima della votazione della terza risoluzione del Consiglio di Sicurezza, la resistenza iraniana, in una conferenza stampa tenutasi a Brussel, smascherando due nuovi siti militari atomici ha pubblicato nuove prove e informazioni sul proseguimento del progetto atomico dei mullah anche dopo il 2003 contradicendo definitivamente la relazione della NIE mettendoci sopra una pietra tombale. Poi è arrivata la desiderata rislouzione che ha midificato profondamente i rapporti esistenti tra il popolo iraniano e il regime dei mullah coinvolgendo anche i lobby e i gruppi di sostegno di entrambi schieramenti. La caduta di William Fallon è un buon segnale dell'indebbolimento della posizione del regime di Ahmadinejad sul piano americano.
Ribadisco la nostra posizione: noi, siamo contrari alla guerra estera e alla politica di accondiscendenza euro-americana nei confronti del regime dei mullah. Secondo noi la seconda portera inevitabilmente alla guerra che sarà dura e catastrofica. La soulzione meno dolorosa e meno costosa è quella di lasciare la situazione politica nelle mani del popolo iraniano e della resistenza iraniana: la terza via proposta dal nostro presidente la signora Maryam Rajavi.
karimi davood

 
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