sabato 2 febbraio 2008

NUOVA ONDATA DI SENTENZE DI LAPIDAZIONE IN IRAN


nella foto: si vedono molto evidenti le tracce di sangue sulla pietra che ha colpito a morte l'uomo. Lesecuzione fu eseguito in un paese vicino a Karaj a 60 kilometri dalla capitale iraniana Teheran.

nella foto: la zona dove nell'estate scorso è stato lapidato un uomo. Tuttora anche la moglie vive in carcere e in attesa della stessa sorte
Nel giugno 2007 fu eseguita la stessa condanna su un uomo

Iran, docente condannato a lapidazione per adulterio


Un professore di musica, sposato con due figli, è accusato di aver avuto una relazione con una delle sue allieve. Ma l'insegnante avrebbe contratto con la ragazza un 'matrimonio a tempo'
Roma, 1 feb. (Adnkronos/Aki) - Un insegnante iraniano è stato condannato a morte per lapidazione nella città di Sari. Farivar, 49 anni, docente di musica, sposato con due figli, è accusato di adulterio per avere avuto una relazione con una delle sue allieve.


La famiglia del condannato sostiene invece che non si sarebbe trattato di adulterio, in quanto l'insegnante aveva contratto con la ragazza un 'matrimonio a tempo'. La pratica del 'sighe', o matrimonio a tempo, è diventata ultimamente in Iran un sotterfugio per sfuggire alle leggi restrittive che puniscono severamente ogni rapporto sessuale fuori dal matrimonio.

L'unico altro caso di lapidazione di un uomo risale al giugno 2007, quando a Tekestan, a nord di Teheran, fu lapidato Jafar Kiani, processato per aver convissuto per oltre 10 anni con una donna sposata, dalla quale aveva avuto anche due figli.

Commento: ultimamnete siamo testimoni dell'incremento del rilascio delle disumane sentenze quali la " lapidazione" e la " fucilazione" contro i cittadini iraniani. Recentemente, nella cittadina Shahryar vicino a Karaj a 60 kilometri da Teheran, due sorelle di 27 e 28 anni, Zahra e Zohreh Kabiri, sono state condannate alla lapidazione per un reato che precedentemente eranno state condannate a 99 frustate, già eseguite tra l'altro. 6 mesi dopo l'esecuzione delle frustate la magistratura della città di Karaj ha nuovamente arrestato le due sorelle e le ha condannate a morte attraverso la "lapidazione". Entrambe le sorelle sono sposate e madri di due piccoli.
Come ho già sostenuto, la pena di morte ha una funzione estremamente politico. La si applica in tutte le sue forme possibili, dall'impiccagione alla fucilazione, dalla lapidazione alla uccisione attraverso gettare la vittima dall'alto della montagna, rinchisa dentro un sacco a juto. Sono dei provvedimenti applicati per fomentare il terrore e la paura tra la popolazione. La resistenza iraniana, attraverso il suo leader la signora Maryam Rajavi ha lanciato un appello agli organismi internazionali e alle organizzazioni per i diritti umani di portare il dossier iraniano al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per adottare misure idonee contro il regime dei mullah. Il giorno dopo l'approvazione della moratoria da parte dell'Onu, il regime dei mullah ha mandato un chiaro segnale e ha impiccato nelle piazze pubbliche del paese 23 persone tra cui due donne. Anche l'Associazione dei rifugiati politici iraniani in Italia aderisce all'appello della signora Maryam Rajavi e chiede al governo italiano di impegnarsi nel rispetto della moratoria dell'Onu. Tre giorni fa il regime dei mullah ha trasferito 28 prigionieri dal arcere di Rajai Shahr al famigerato carcere di Evin per l'esecuzione della sentenza della morte. 5 di loro sono stati già impiccati. Il resto è in attesa di esecuzione della pena.
Ancora una volta non mi stanco di chiedere oltre all'intervento degli organismi competenti anche quello dei semplici cittadini scrivendo al governo italiano, all'Amnesty International, ai partiti politici, ai loro rappresentanti parlamentari chiedendo la loro denuncia contro la feroce violazione dei diritti umani da parte del regime fascistreligioso dei mullah.
karimi davood

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO