venerdì 29 febbraio 2008

In che modo l'Iran nasconde i suoi segreti nucleari all'AIEA (Le Figaro)



Venerdì 29 Febbraio 2008
Friday 29 February 2008

...Il direttore dell'agenzia dell’ONU, Mohammed ElBaradei, pubblica la sua relazione, che è già contestata dai paesi occidentali.
Vienna
La sera cade su Teheran. Al termine di un nuovo giorno di ispezione durante l'inverno 2004-2005, il belga Chris Charlier, comodamente seduto su una poltrona del Grand Hotel, riferisce, divertito, un aneddoto sui sue schermaglie con le autorità. Un anno prima, il suo gruppo di ispettori dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (AIEA) faceva "forcing" per accedere alla località di Lavizan-Shian, un centro di ricerca situato nel vicino sobborgo sud orientale della capitale iraniana.

Invano. La località resta con le porte chiuse per due mesi. Quando viene dato loro il segnale verde, gli uomini di Charlier hanno la sorpresa della loro vita: "tutti gli edifici erano stati smontati, e la terra era stata rimessa (per 4 m di profondità)". Ma i segugi dell’ONU se ne intendono. I prelievi operati stesso al suolo scavato di fresco rivelano tracce di uranio molto arricchito (UHE), oltre il 20 %. Per l'AIEA è la prova che l’attività sia stata intensa, anche se il risultato della lavorazione delle centrifughe molto perfezionate, non si trova. Queste centrifughe che Teheran negò sempre di possedere fino a quando nel 2006 il presidente Mahmoud Ahmadinejad parlò della loro esistenza.

La disavventura di Lavizan-Shian non è l’unico caso. Nella primavera 2004, gli uomini di Charlier si interessano anche ad una località di stoccaggio situata nel sobborgo di Teheran, proprietà della Kalaye Electric Company. Davanti a questa vecchia fabbrica di orologi, batteranno il selciato per diversi mesi. Quando le porte del magazzino finiscono per aprirsi, anche là la sorpresa. "Tutto era stato rifatto a nuovo, confida Chris Charlier." Si sentiva anche la vernice fresca. È ovvio che avessero qualcosa da nascondere”.

Un programma parallelo
Le analisi effettuate dell'AIEA nel suo laboratorio protetto, il "clean lab" di Seibersdorf rivelano parzialmente i segreti di Lavizan e Kalaye: tracce di uranio molto arricchito fra il 36 e il 54%. Quando un tasso del 5% in gran parte basta ad alimentare come combustibile un reattore civile.

E’ passato molto tempo da queste scoperte, le relazioni parziali dell'AIEA si sono moltiplicate, alcune portando il suo gruppo di nuove scoperte intriganti e di frustrazioni, sempre in mancanza della prova inconfutabile di un programma nucleare militare.

E tuttavia, nel corso degli anni, tutti gli esperti e i diplomatici vicini all’inchiesta hanno acquisito "l'intima convinzione", secondo le parole di un alto rappresentante occidentale che ha sede a Teheran, che l'Iran vuole l'arma nucleare, e lavora in tal senso.

Un inizio di prova? Nel complesso del potere iraniano, la località famosa di Lavizan era la sede del centro di ricerca di fisica applicata, denominato PHRC. Ma questa PHRC dipendeva dal ministero della difesa, e non dall’Organizzazione iraniana dell’energia atomica (OIEA), come era logico immaginare. Come diavolo i soldati iraniani avrebbero potuto sottostare agli ordini della loro autorità nucleare?

È possibile che la comparsa degli ispettori dell'AIEA sulla scena, nel 2003, abbia per un certo periodo scompaginato le attività di questo programma nucleare parallelo. Ciò avrebbe permesso all'AIEA di mettere le mani, per combinazione, su piani compromettenti, relativi all'esistenza di un progetto misterioso: "Green Salt", condotto dalla PHRC e che raccolgono le diverse esperienze iniziate per produrre un'arma nucleare, dalla produzione del combustibile fino ai dispositivi di accensione, passando per la concezione delle semisfere di uranio metallico, che coprono l'ogiva propriamente detta. Era li il segreto di Kalaye e Lavizan? Il loro contenuto sfuggito ai nasi ed ai radar. Il loro destinazione, in barba agli ispettori dell'AIEA è scomparsa dagli schermi e finora resta sconosciuta.

Maurin Picard - Le Figaro - Traduzione Alberto/Hurricane

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO