sabato 15 settembre 2007

IRAN: IN VISTA DELLE PROSSIME DECISIONI DELL'ONU.


SI O NO ALL'INASPRIMENTO DELLE SANZIONI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU?

In questo articolo vorrei analizzare le posizioni di entrambi gli schieramenti che oggi si confrontano sul problema iraniano. Da una parte ci sono i paesi che si sono attivati nell'inasprire le sanzioni e dall'altra si sono attivati anche degli ambienti che reclamano il rinvio del dossier atomico di Teheran presso l'Agenzia atomica competente del caso.
Nel primo caso, noi iraniani, vittime di trenta anni di violenza khomeinista con un paese distrutto dalla guerra e dalla repressione, siamo solidali con coloro che auspicano le nuove e piu dure sanzioni contro il programma atomica di Teheran. Secondo noi, se il regime dei mullah riuscisse ad arrivare alla bomba atomica, diventera' ancora piu dura e piu violenta non solo nei confronti della popolazione iraniana ma anche contro il mondo intero. Basti pensare a quelo che fino ad oggi ha combinato, naturalmente senza avere la bomb, e non sarà difficile immaginare quello che farà una volta dotato della bomba atomica. Saranno sangue e dolore per tutta la umanità.
Ma per quanto riguarda la seconda posizione, debbo dire che la loro responsabilità nelle tragedie future è assai superiore dalle responsabilità dello stesso regime di Teheran. Spiego meglio. Queste forze e paesi amici di Teheran, in qualche modo funzionano come un buldozzer che spiana la strada alle ambizioni atomiche dei mullah e incoraggiano loro ad andare avanti. Invece se al posto di loro ci fosse una posizione più saggia e ferma il regime iraniano non si sente incoraggiato e allora avrà una strada molta tortuosa e insormontabile. Non esagero se considero la politica di accondiscendenza un disastro per l'umanità e per la storia contemporanea. Si sta succedendo esattamente quello che è successo con Hitler.
Ribadisco ancora una volta che il popolo e la resistenza iraniana auspicano più prontezza, pù fermezza e più determinazione nella lotta al regime terroristico e integralista dei mullah. Non bisogna trascurare il fatto che l'ideologia islamica itegralista di Khomeini è mille volte più pericolosa dalla bomba atomica. Ne sanno qualche cosa i militari americani che vivono quotidianamente il pericolo integralista nelle strade irachene e ne pagano il prezzo con il loro sangue. Vorrei ricordare per coloro che hanno la memoria corta che 11 settembre è ancora viva. Non è archiviata. Non è caduta in prescrizione. L'integralismo islamico è il maggior pericolo del secolo e del nuovo millennio. Attualmente il regime dei mullah è l'unica fonte in assoluto di approvvigionamento dell'integralismo e del fondamentalismo islamico. La resistenza Iraniana è l'antitesi di questo tumore maligno e fulminante. Coloro che auspicano e diffondono la speranza di poter domare questo mostro ne fanno parte integrale e complementare. Bisogna combattere entrambi. Questo è un lato molto trascurato. Bisogna darne attenzioni necessarie.
Bisogna affiancare le sanzioni con un ateggiamento incoraggiante nei confronti della popolazione. Adottare le sanzioni da solo non porta nessun messaggio alla popolazione. Il regime ne approffitta per fare la vittima e il vittimismo. Bisogna dare un messaggio tranquilizzante a chi vive da trenta anni nella violenza piu assoluta della storia persiana. Bisogna dire alla popolazione che noi siamo al vostro fianco e l'obiettivo nostro non è colpire voi bensì il vostro regime repressivo e terrorista. Bisogna rimuovere il nome della resistenza iraniana e i Mojahedin dalla lista nera europea e americana e correggere una politica sbagliata fondata dal governo Clinton, quando dietro un accordo politico con i mullah iraniani inserì il nome dei Mojahedin nella lista terroristica americana. Poi l'Europa ha seguito l'esempio. Da noi si dice se il primo mattone viene collocato storto tutto il palazzo va avanti storto e alla fine crollerà. Bisogna vedere che questo palazzo mal messa su chi è caduto. Sicuramente non sulla testa di Clinton. Questa volta la nazionalità delle vittime del terrorismo fondata dall'integralismo islamico di matrice khomeinista non è iraniana.
Noi a rischio della nostra vita diciamo le cose come sono messe. A voi riflettere. Ma chi risponderà poi ai familiari delle vittime del terrorismo? Noi o Voi? Sicuramente non noi.
Alora sì alle nuove e più forti sanzioni generali accompagnati dal riconoscimento del diritto del popolo iraniano a cambiare democraticamente l'attuale situazione politica, e non alla politica di accondiscendenza guidata dall'Ayattolah Solana.
karimi davood

 
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