martedì 10 luglio 2007




GRIDO DI AIUTO PER SALVARE LA VITA DI UNA MAMMA CONDANNATA ALLA LAPIDAZIONE
Giovedì scorso il regime dei mullah ha lapidato un uomo di 47 anni, già condannato insieme alla moglie a questa brutale e medievale pena, per aver avuto relazioni extraconiugali di cui il risultato è un figlio di 11 anni. Quasi un mese fa, grazie alla campagna internazionale e alle proteste popolari interne, il regime fu costretto a rinunciare alla sua esecuzione prevista insieme a sua moglie nel cimitero di Takistan vicino a Teheran. All'epoca il governo tedesco ha usato tutto il suo potere onde evitare questo atto disumano. Ma dal momento che il regime dei mullah ha bisogno di versare il sangue e in modo violento e non si accontenta solamente a uccidere le persone, ha eseguito questa condanna contro l'uomo di 47 anni di nome Jafar Kiaii. Adesso le preoccupazioni vanno verso la moglie anche ella condannata alla stessa sorte: Mokarrame Ebrahimi già madre di diversi figli.
A nome della mia associazione chiedo interveno di tutti gli organismo che si occupano del rispetto dei diritti dell'uomo di mobilitarsi contro questo disumano atto medievale. Chiedo di mobilitarsi e fare di tuto pur salvare la vita di questa povera donna che l'unica sua colpa è stata "amare un uomo".Nella repubblica del male amare è proibito bisogna odiare! Bisogna versare sangue sia in Iraq che in Afghanistan che in Iran. Bisogna spaventare e terrorizzare. Bisogna governare versando ll sangue. Non importa di chi: americani, italiani, tedeschi, inglesi,iraniani, malesi, tunisini, israeliani,ecc...
A nome del figlio della donna chiedo di mobilizzarsi per salvare la vita della mamma.Nella repubblica islamica anche i figli sono colpevoli. Anche loro sono condannati a soffrire. Non esiste pietà. Quello che esiste si chiama ODIO.
Tendo la mano verso le coscienze umane per salvare la vita di Mokarame Ebrahimi. Se agiamo subito c'è la facciamo.
Cordiali saluti
karimi davood

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