venerdì 15 giugno 2007

HAMAS E LA SICUREZZA DEI PALESTINESI


Come la storia ci insegna costantemente, non sempre il seme piantato sotto terra darà frutti desiderati. A volte ci riserva anche delle sorprese che nemmeno padreterno ci può più aiutare. Caso mai ci potrà concedere più pazienza per poter sopportare il male che ci ha colpito. Ma a volte nemmeno la straordinaria capacità di sopportare i fenomeni che non sono a nostro gradimento, ci potranno salvare da un crollo e fallimento predestinato. A meno che non si arrivi a usare più la ragione e la saggezza che la forza muscolare. Secondo me non sempre il più forte, naturalmente militarmente intendo, potrà avere mano forte e vincente. l'insegnamento che viene dall'ultima guerra tra Israele e l'Iran( naturalmente camuffato dai terroristi Hezbollah), è che se vogliamo vincere il male dobbiamo attrezzarci di tutti i mezzi e strumenti che ci viene chiesto al momento della chirurgia. Immaginatevi che in una sala operatoria, durante un operazione della rimozione di un tumore maligno, la troup medica è sprovvista di sangue. Cosa succederebbe se il paziente comincia a perdre il suo prezioso liquido? Niente semplicemente muore. Questa è stata esattamente quella che è successo durante l'ultima guerra in Libano. Il paziente è morta ma il tumore è rimasto vivo. Ha avuto il tempo della metastasi e di ripresa e di nuovo si è riversato nel corpo della società palestinese e libanese. Qualsiasi cosa che accada in libano è in stretto contatto con quello che succede nei territori palestinesi. Hamas e Hezbollah sono due facce della stessa medaglia: Iran. Chiunque cerchi di travolgere tale evidenza è direttamente o indirettamente porta acqua nel mulino del terrorismo dei mullah iraniani. Anche perchè in balia e in gioco ci sono delle vite umane. Basti guardare il diagramma del rialzo della temperatura terroristica e ci si rende conto che quasi sempre, alla vigilia di grandi decisioni da parte della comunità internazionale contro il regime iraniano, all'improvviso scoppiano dei grandi episodi di violenza: dalla presa degli ostaggi all'esplosione delle autobombe contro gli inermi civili in Libano. La situazione di questi giorni della tormentata terra dei palestinesi era prevedibile facilmente per coloro che si battono contro il regime dei mullah: la resistenza iraniana. Pare che in questa parte della terra per sconfiggere il male i medici prescrivano eliminazione fisica del paziente e non del tumore. Mi riferisco ai grandi paesi che contano su questa terra.
Comunque vadano le cose, finche la comunità internazionale non adotta serie iniziative contro il terrorismo dilagante iraniano, l'unico vincitore di questa guerra rimarrà ancora un'altra volta il regime di Teheran. La guerra tra Hamas e Alfatah è stata scoppiata per ordine di Teheran ed è una guerra tra l'Iran da una parte e il popolo palestinese, il popolo ebraico e tutta la comunità civile dall'altra.
Non scordiamoci che lo slogan di Khomeini per cui colpa fu iniziata la guerra tra Iran e Iraq con un milione di morti e miliardi di danni economici era e lo è ancora " la via per conquistare Gerusalemme passa per Karbala". Attualmente gli iraniani hanno sotto il loro pieno controllo non solo Karbala bensì tutto l'Iraq. Di conseguenza non credo che sia tanto difficile raggiungere l'obiettivo di Khomeini.
Una curiosità: il regime dei mullah, grazie al suo vettore terroristico, riesce a gestire l'andamento della sua corsa verso il Gerusalemme. A volte corre come un pazzo e a volte sembra una lumaca già morta e in fase di decomposizione. Per combatterlo bisogna conoscere la sua DNA. Ne sa qualche cosa la resistenza iraniana.

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